La rivoluzione geotermica di una Napoli ottocentesca in “Sìon”, opera steampunk

Il team che sta creando il fumetto ci descrive i dettagli dell’opera tutta Made in Sud

In una Napoli ottocentesca e decisamente steampunk, i Borbone sono riusciti a sfruttare l’energia geotermica del Vesuvio per dare vita ai più disparati strumenti. E’ questo il background storico-sociale in cui Sìon, il protagonista di origine ebraica di questa storia, si butta a capofitto in un’indagine per poter investigare la presunta presenza di creature mostruose nei sotterranei della città partenopea. I presupposti della storia sono molto interessanti e c’è già chi ha dato a Sìon molto risalto anche a livello nazionale, ma andiamo a scoprire i dettagli dell’opera insieme ai suoi autori, il trio composto da Alessandra Lucanto, Simone Madeo e Sante Mazzei.

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La prima domanda è decisamente scontata: da chi è composto il trio che sta dando vita a Sìon, e come è arrivato fin qui?

Alessandra: L’arte ha sempre fatto parte della mia vita. Ho fatto sì che fosse la costante che mi accompagnasse nel mio percorso. Dal liceo artistico di Cosenza sono sbarcata alla scuola internazionale di Comics a Roma, dove ho potuto colmare le lacune sul disegno e apprendere, grazie anche alla vicinanza di persone validissime, tecniche e aspetti di questa magnifica arte. Il fumetto.

Fu Sante, l’anno scorso, a propormi l’idea di Simone. Era intrigante. Realizzare una Napoli Borbonica con influenze steampunk sarebbe stato fantastico. Immaginare poi i colori di Sante sulle tavole poi, avrebbe reso il tutto più epico. E da allora siamo a lavoro per dar vita a questo progetto. La parola a Simone.

Simone: Sono cresciuto leggendo i fumetti bonelliani, Dylan Dog in primis. Ho immaginato, subito dopo le letture , dei finali alternativi e delle storie che avessero risvolti sempre diversi dalle trame che leggevo. Uno dei miei generi di letteratura preferiti era il “libro game”. Un giorno decisi di realizzare una sceneggiatura per fumetto, vera e propria, partecipando a un concorso di un evento legato al mondo del fumetto, nella mia città. Andò bene e finalmente ebbi la possibilità di vedere come si realizzava la sceneggiatura di un fumetto. Dopo l’evento, decisi di dare un seguito alla storia e alla ambientazione che avevo in mente, contattando Sante e, successivamente, Alessandra.

Sìon è il fumetto al quale stiamo lavorando. Una realtà alternativa della Napoli ottocentesca, legata all’energia geotermica. Abbiamo immaginato i risvolti di una società, inserendo un elemento (quello energetico), calcolandone gli effetti. Sìon, il protagonista, dà la caccia a degli strani esseri avvistati nei quartieri bassi della città. Tutta la trama e l’ambientazione cerca di essere quanto più credibile possibile, senza tradire la fantasia.

Sante: Vengo dal mondo dell’illustrazione e mi occupo prevalentemente di illustrazione scientifica legata alla Paleontologia [la Paleoarte, ndr], ovvero realizzo ricostruzioni di dinosauri e altri animali preistorici il più accurate possibile. Credo che un artista, soprattutto al giorno d’oggi, debba prendere l’impegno ad essere il più versatile possibile e di interessarsi anche ad altri settori, diversi da quelli in cui opera solitamente. Per questo oltre all’illustratore, svolgo di tanto in tanto anche il ruolo di grafico o di concept designer. Quello dei fumetti è un mondo che seguo e che mi affascina davvero molto e cercavo da tempo un progetto sul quale “mettere le zampe”, in particolare dedicandomi alla coloritura delle tavole. Sìon mi sembrava l’occasione giusta, sia per dare sfogo alla mia creatività che per migliorare le mie capacità. Oltre a questo, è un’ottima opportunità per lavorare insieme a persone in gamba come Alessandra e Simone, che stimo davvero molto. Il progetto mi colpì fin da subito, quando Simone iniziò a descrivermelo. L’idea di partire da un qualcosa di reale come la città di Napoli e aggiungere elementi fantastici era un pensiero affascinante. Ora che abbiamo iniziato a lavorarci, assistere alle ripercussioni che questi elementi “extra” hanno sulla città e sui personaggi, sia a livello narrativo che puramente estetico, è meraviglioso e stimolante!

Come è nata l’idea di creare quest’opera? La domanda è rivolta principalmente a Simone.

Simone: Qualche anno fa ho partecipato a un piccolo ciclo di lezioni con uno sceneggiatore. Per partecipare era necessario portare una sceneggiatura, che veniva esaminata da una giuria. La sceneggiatura che avevo realizzato mi piaceva e decisi che doveva avere un seguito reale. Così decisi di contattare Sante e, grazie a lui, Alessandra per iniziare un progetto che ci avrebbe dato la possibilità di esprimere quello che avevamo in mente. Dopo qualche tempo e qualche bella chiacchierata, abbiamo iniziato la nostra avventura per portare Sìon in vita.

Ambientare una storia prettamente steampunk nel Sud Italia ottocentesco è già di per sé un’idea rivoluzionaria, ma voi andate addirittura oltre: in Sìon, la civiltà umana è in grado di sfruttare l’enorme energia geotermica del Vesuvio. Tra gli innumerevoli impatti che una tecnologia del genere può avere nei confronti di una società, quali sono i più tangibili e come influenzeranno la storia?

Alessandra: Sicuramente le armi saranno di grande importanza. Sappiamo che la scoperta di nuove tecnologie finisce quasi sempre ad incrementare la potenza bellica di una società, per sentirsi protetta o semplicemente superiore a qualunque altra. Poi lo stile di vita in sé. La possibilità di avere una notte illuminata e con suoni che riprendono un po’ delle primordiali serate brave. Sarà uno scenario che ritroveremo sicuramente.

Sante: Occupandomi della coloritura devo sicuramente parlarti di come l’elemento del Vesuvio e le costruzioni lungo il suo perimetro hanno influenzato i colori di questa Napoli e di tutti gli elementi che la compongono. La città che vedrete in Sìon ha chiaramente preso una direzione più “industriale” rispetto a quanto è successo nella nostra realtà, pertanto vedrete spesso nuvole di fumo (prodotte dal vulcano e non solo) aleggiare sopra di essa e che andranno a modificare i suoi colori naturali. E’ uno degli aspetti più affascinanti e non è trattato con leggerezza; oltre ad aver visitato Napoli e i suoi dintorni, consultiamo spesso del materiale fotografico e video per conoscere il suo aspetto in base alle diverse ore della giornata. Abbiamo osservato anche scenari di città letteralmente sommerse dall’inquinamento, che personalmente definirei molto inquietanti, con l’intento di fondere le due cose.

Simone: Uno dei risultati più evidenti che, come ben dici, impatta sulla vita degli abitanti di una città ottocentesca, è la conquista della notte. Il carico energetico viene utilizzato per illuminare le strade, permettendo ai suoi abitanti di frequentare locali notturni. La trasmissione di informazioni viene migliorata grazie a un sistema di fili elettrici che veicolano impulsi, un po’ come il sistema morse. Anche l’intrattenimento subisce una mutazione, come ad esempio nell’ambito musicale. Impulsi trasmessi su cassa generano qualcosa simile al kick della musica elettronica. Glitch e onde elettriche fanno il resto. Questi sono solo alcuni dei risvolti provocati dall’introduzione della tecnologia avanzata nella città.

Da studente di Geologia, e considerato il fatto che il mio primo articolo in assoluto aveva la geotermia come argomento principale, non posso fare a meno di chiedervi qualche dettaglio extra circa il funzionamento dei meccanismi che sfruttano l’energia geotermica del Vesuvio.

Simone: Il sistema è “semplice”, almeno sotto il punto di vista teorico. Tutt’ora esistono degli studi per l’utilizzo del potenziale geotermico nell’area di Napoli. L’energia realizzata nel genere “steampunk” si ottiene attraverso la trasformazione dell’energia termica di un corpo in energia meccanica. In questo passaggio vi sono dei sistemi, come le macchine a vapore, che ne permettono la trasformazione. Nel caso dell’energia geotermica, il sistema è simile. Il decadimento di alcuni atomi genera naturalmente un potenziale geotermico. Questo potenziale, attraverso delle turbine, particolarmente grandi, che cingono, tutto il perimetro del Vesuvio, viene trasformato in energia meccanica e, successivamente, in energia elettrica.

Lo stesso Vesuvio è visto dalla popolazione locale come una specie di dio, o come una parte caratteristica del paesaggio locale?

Simone: Il Vesuvio, nel corso della storia umana, è stato naturalmente oggetto di venerazione e/o curiosità da parte della popolazione. Vedremo vari atteggiamenti nei confronti del Vesuvio, così come l’approccio alla tecnologia avanzata. Taluni la vedranno come la “terra promessa” per l’umanità, che permette di affrancarsi dalle limitazione della natura, altri la vedranno come una maledizione dalla quale fuggire.

Alessandra: Più che di un dio, se ne ha l’immagine di un qualcosa di sacro. Dopotutto è da lì che proviene tutto il loro benestare. Ma le redini sono tenute da ben altri che godono di un certo rispetto.

Decisamente rivoluzionaria è anche la decisione di avere un protagonista muto. Avete dichiarato, infatti, che Sìon non può parlare. In termini narrativi, cosa comporta questa scelta? Ci sono tecnologie geotermiche o di altra natura che riescono a compensare almeno in parte questo problema? Altra domanda: Sìon è nato così, o lo è diventato?

Alessandra: In questo caso la tecnologia può ben poco. Ai fini narrativi abbiamo deciso che basterà dare voce ai suoi pensieri e renderlo il più comunicativo possibile attraverso i gesti e le espressioni. No non è nato così. La sua mutilazione diventerà il punto di partenza della sua missione.

Simone: La prima conseguenza per il protagonista sarà quella di non poter comunicare attraverso il metodo convenzionale della parola alle persone che lo circondano. Si aiuterà utilizzando alcuni fogli di un taccuino, scrivendo quello che vuole dire. La tecnologia potrebbe aiutarlo nel migliorare questo medium di comunicazione, ma non può chiaramente restituirgli la voce. La sfida maggiore è quindi affrontata dalla nostra disegnatrice, Alessandra, che dovrà spingere al massimo le sue abilità nel rappresentare l’espressività facciale del personaggio, facendo cogliere al lettore, non solo la stato d’animo, ma anche le sue sfumature. Sìon non è nato muto, lo è diventato. Ma non possiamo dirti altro al momento, se non “scopri il suo segreto, leggendo il nostro fumetto!”

Le immagini trapelate sono davvero belle. Lo stile grafico è caratteristico e i colori sono molto accesi. Avete qualche tavola, magari inedita, da condividere coi lettori di The Lightblue Ribbon?

Sante: Certo, abbiamo qualcosa per voi. La prima tavola che ti mostro è stata già mostrata in rete anche nei mesi scorsi. Mostra il protagonista della storia intenzionato a condurre delle analisi scientifiche nel suo laboratorio. Il disegno è davvero molto bello, fu una delle prime tavole complete che vidi e la riprova dello straordinario talento di Alessandra. Per quanto riguarda i colori, pur mostrando una scena “tranquilla”, ci fa vedere la collisione tra l’illuminazione artificiale che viene dalla lampada e quella naturale, notturna, che viene dalla finestra alla sinistra di Sìon. Posso anticipare infatti che i due “ecosistemi di colori” che prevarranno nel volume saranno proprio questi, da un lato la notte spaventosa illuminata appena e dall’altro una festa di colori caldi (che personalmente adoro) e che ritroveremo negli intensi tramonti napoletani e nell’illuminazione artificiale utilizzata all’interno della città.

tavola1

Ti mostro anche una delle tavole del fumetto di anteprima che porteremo, stampato e sfogliabile, allo Steamfest di Roma. Qui possiamo vedere Sìon “a caccia”, impegnato ovvero a stanare alcune creature da una costruzione sotterranea. Come andrà a finire?

Esempio tavola a colori

Racconterete Napoli in un contesto steampunk ottocentesco, in cui il Vesuvio funge da enorme centrale energetica. Le licenze “poetiche” che potete prendere sono tantissime, ma trattandosi comunque di una città esistente qualche riferimento alla realtà è necessario. Dato che si parla di un periodo che ultimamente è diventato oggetto di accesi dibattiti (i movimenti meridionalisti e gli “storici conservatori” hanno idee contrapposte circa le reali condizioni del Sud Italia preunitario), quale Napoli racconterete? La città evoluta che i meridionalisti sostengono che fosse, o la città in perenne difficoltà descritta nei libri di storia “classici”?

Simone: Sai bene che ogni cosa ha una totalità di sfumature. Raccontarle tutte sarebbe quanto più di realistico possibile. Il nostro fumetto, tuttavia, non ha l’ardire di volere illuminare un periodo che è stato già abbastanza studiato e discusso. Semplicemente la nostra Napoli sarà una città tecnologicamente avanzata, con tutte le dinamiche che questo comporta. La città avrà un ordinamento forte, di una monarchia più o meno presente, con tutti i problemi che ha una capitale europea ottocentesca, con una popolazione molto grande. Abbiamo cercato di ricostruire un’atmosfera in cui ambientare il nostro fumetto, utilizzando tutte quelle caratteristiche che la Napoli ottocentesca offre.

Alessandra: Abbiamo detto spesso che Sìon non sarà politically correct, ma non per questo abbiamo intenzione di creare polemiche. La Napoli che racconteremo sarà solamente quella che “sarebbe potuta essere se…”. Poiché la inseriremo in un contesto moderno, si dovrà fare carico di tutti i pro e i contro che ne verranno fuori.

Senza dare troppi dettagli relativi alla trama, potete dirci se Sìon sarà ambientato interamente a Napoli?

Alessandra: Napoli e zone limitrofe. Ci sono luoghi talmente suggestivi che quasi si prestano volutamente all’ambientazione di Sìon.

Simone: No, non sarà ambientato totalmente a Napoli, ma anche in altri luoghi nelle immediate vicinanze.

Sante: Siamo tutti e tre dei viaggiatori quindi non possiamo negare che ci piacerebbe portare Sìon “a spasso” per il mondo, ma è una cosa che si vedrà più avanti dopo la conclusione di questa storia. Come ben sai in quel periodo storico stavano succedendo cose importanti anche in altre città d’Italia e d’Europa, immaginare come potrebbero essere nell’universo narrativo di Sìon per me è davvero bellissimo oltre che stimolante (pensa che adesso che ne abbiamo parlato vorrei fermare tutto e precipitarmi a dipingere la Londra di Sìon!). Ad ogni modo, con un disegno una volta abbiamo portato Sìon a Cosenza, la nostra città. Si tratta di una tavola completamente slegata dagli avvenimenti del fumetto e che mostra il nostro cacciatore alla ricerca del leggendario tesoro di Alarico, il fantasma del quale appare improvvisamente alle sue spalle.

tavola-cosenza

Il fatto che il protagonista sia ebreo ha delle implicazioni narrative, o è un dettaglio di poco conto?

Simone: E’ un dettaglio che sarà importante all’interno della trama. Ci saranno molti dettagli che permetteranno al lettore di fare luce sul passato e il mistero di Sìon.

Sìon vuole andare oltre i confini nazionali, e grazie all’aiuto di Marco Florio avrà una versione interamente tradotta in inglese. Secondo voi, quali sono le prospettive di un fumetto steampunk meridionale in un contesto internazionale? Ci sono paesi più propensi di altri ad accettare l’opera?

Simone: Credo che se c’è una buona trama, una buona ambientazione e una buona qualità nella realizzazione, non esistono confini. Alcuni fumetti hanno avuto più fortuna di altri all’estero, altri invece si sono solo attestati nella nostra penisola. Questo, come ben sai, è determinato dal tipo di sensibilità sviluppata nei vari ambiti. Il nostro fumetto vuole essere un fumetto per italiani e non. La nostra ispirazione, infatti, se da una parte è quella di fumetti nostrani, guarda alle caratteristiche “internazionali”, che hanno fatto breccia più o meno in ogni paese.

Alessandra: Sicuramente ci sono paesi che raccolgono un vero e proprio culto intorno al genere steampunk, come per esempio l’Inghilterra, ma non si tratta di cercare fortuna altrove, solo di condividere un bel lavoro anche oltre confine. E poi per quanto se ne dica, l’Italia ha sempre attirato l’interesse di molti a livello internazionale. Noi vogliamo renderla ancora più intrigante.

Un’altra componente dell’opera sarà il black humor. Perché, e in che modo influenzerà lo stile di Sìon?

Alessandra: Il personaggio di Sìon sarà, per ovvi motivi, silenzioso e introverso. Bisognava contrapporre a questo aspetto una variante più “soft” che alleggerisse, appunto, la situazione. Un po’ di humor non guasta mai.

Simone: Le storie che si prendono troppo sul serio non mi sono mai piaciute. Mi piace ridere di me stesse e delle mie storie. Questa caratteristiche è passata ai personaggi della storia. Le storie devono dosare bene la tensione, altrimenti si passa a leggere un articolo di cronaca nera, e non è quello che vogliamo.

Lo Steamfest di Roma è quasi alle porte, voi parteciperete?

Alessandra: Puoi dirlo forte! Siamo stati entusiasti di aver ricevuto la notizia. Presenteremo Sìon anche nella capitale.

Simone: Siamo immensamente felici di essere presenti allo steamfest di Roma!

Sante: Certamente. E’ una delle tappe fondamentali del tour che stiamo per iniziare, volto alla promozione del nostro progetto, per farlo conoscere al pubblico. Saremo onorati di partecipare allo Steamfest di Roma, un evento davvero unico, che lo scorso anno ha raggiunto oltre 10.000 visitatori! Come anticipato, porteremo un’anteprima cartacea di Sìon, con delle tavole appositamente realizzate e per l’occasione sveleremo alcuni dettagli importanti sul futuro di questo fumetto.

Definireste Sìon un’opera ambiziosa che si può completare solo grazie a contributi esterni, anche economici, o è un fumetto capace di prendere forma col minimo sforzo?

Alessandra: Il fumetto ha tutte le carte in regola per essere un progetto vincente. Ma senza pubblico non puoi fare un concerto. La linfa dei fumetti sono i lettori e quindi i fan. Senza di loro, resterebbe solo una delle tante storie nel cassetto.

Simone: Definisco Sìon un fumetto ambizioso, che ha bisogno dell’aiuto e del supporto di tutti gli amanti dei fumetti e, perché no, anche di chi ha solo voglia di leggere una storia interessante, con una ambientazione particolare e ben fatta. Permetteteci di raccontarvi una storia, che vi piacerà e vi farà vivere le indagini di Sìon, in una città che sta scoprendo la potenza del progresso.

Avete bisogno di aiuto?

Alessandra: Abbiamo bisogno di fiducia per dimostrare che tre ragazzi come tanti, possono realizzare qualcosa di forte per far vedere che ci sono!

Sante: Ci occorre qualcuno che ci prepari il caffè di continuo!

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La pubblicazione di Sìon è alle porte? Uscirà come fumetto vero e proprio, o state valutando la possibilità di farlo uscire come e-book?

Alessandra: L’obiettivo del crowdfounding è il volume cartaceo, ma non escludiamo la possibilità di renderlo disponibile anche in digitale.

Simone: Al momento è prevista l’uscita, attraverso una campagna crowdfunding, del fumetto cartaceo, pubblicato con una serie di bonus, come artbook, making of e tante (tante) sorprese che renderemo pubbliche nel corso del prossimo mese e allo start della campagna crowdfunding. Stiamo ancora valutando se pubblicare la versione digitale del fumetto, ma verrà reso noto quanto prima!

Francesco D’Amico

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