Asimmetrie informative ed esternalità nel mercato dell’Istruzione Musicale e del mondo del lavoro a essa connesso

Un dovuto approfondimento

Un brano musicale è spesso osservato attraverso due tipi di punti di vista: il punto di vista del fruitore e il punto di vista tecnico. Il primo può includere la manifestazione di preferenze personali similmente a quanto accade nel mangiare delle pietanze, non a caso a volte si parla di “gusti musicali”. Il secondo punto di vista invece analizza gli aspetti costruttivi o di realizzazione del brano, tramite una descrizione oggettiva dei costituenti dell’ opera d’ arte, astraendosi da quelle che possono essere le proprie preferenze personali. Questa capacità di analisi è quella che propriamente si dovrebbe sviluppare nell’ ambito del percorso formativo del conservatorio, delle scuole musicali o nelle lezioni private. La conoscenza di questi aspetti oggettivi della musica dovrebbe essere collegata e funzionale al mondo del lavoro connesso, principalmente nei settori compositivi ed esecutivi, e ovviamente anche in quelli musicologici o di insegnamento. Inoltre l’ ampliamento della conoscenza degli aspetti oggettivi propri di questa forma di espressione artistica dovrebbe occupare una posizione fondamentale, anche a fronte dell’ aggiornamento continuo degli strumenti tecnologici a nostra disposizione. Accade al contrario che venga data importanza ad aspetti soggettivi anche nell’ ambito accademico e che addirittura questi aspetti soggettivi vadano ad influire sui criteri di valutazione dell’ allievo. Vediamo come questo influisce economicamente nel mercato dell’ istruzione musicale e nel mondo del lavoro ad esso connesso.

Criteri valutativi oggettivi e criteri valutativi soggettivi

Prendiamo due esempi dal libro “Principi di Orchestrazione” di Rimskyj Korsakov nella Terza Edizione Rugginenti a cura di Luca Ripanti.

Esempio A: Ogni qual volta si renda necessario scrivere una parte per archi che consti di più di cinque parti complessive, senza naturalmente contare i bicordi e gli accordi, si può ricorrere alla divisione di ciascuna parte in due, tre, quattro o più parti: “divisi”.
Esempio B: (Parlando delle caratteristiche dei Corni) Il suono di questo strumento è dolce e poetico.

Notiamo due tipi di informazioni diverse contenute negli esempi sopracitati. Nel primo esempio l’ informazione è oggettivamente comprensibile in tutte le sue componenti e non vi sono termini che possono essere interpretati diversamente dal loro senso. Nel secondo esempio invece si tratta di un informazione prettamente soggettiva. Impararla per un allievo non fornisce alcun Pay Off verificabile.

L’ esempio preso in esame è tratto da un trattato ottocentesco ma anche oggi nell’ insegnamento della composizione si può incorrere in innumerevoli casi di questo tipo. Quando il maestro ad esempio asserisce che l’ allievo ha fatto durare un determinato elemento compositivo “troppo poco” nel brano sta incorrendo nello stesso genere di insegnamenti a Pay Off non verificabile. La durata di un elemento musicale può essere calcolata a partire dal numero di battute e dal metronomo indicato. Si tratta di un calcolo approssimativo ovviamente data la possibilità di inserire rallentando o accelerando, ma ad ogni modo possibile. Inoltre grazie alle nuove tecnologie, si possono calcolare con precisione anche gli eventuali rallentandi o accelerandi. Evidentemente se la durata eccessiva dell’ elemento x fosse da intendere oggettivamente come un errore, l’ allievo sarebbe tenuto a sapere in anticipo il numero di battute in cui protrarre tale elemento.

Anche l’ aspetto esecutivo non è immune a questo tipo di situazioni. Laddove il numero di note sbagliate nell’ esecuzione di un brano può essere preso come un punto di riferimento oggettivo per qualificare un’ esecuzione  rispetto ad un altra, altrettanto non si può dire per l’ interpretazione. Quest’ ultima infatti è l’ insieme di una grandissima varietà di aspetti di cui alcuni, soggetti alle preferenze di un ascoltatore rispetto ad un altro e pertanto non può essere presa in considerazione come un dato certo della qualità di una performance.

Una volta compresa la differenza tra criteri valutativi oggettivi e criteri valutativi soggettivi, è facile considerare che solo quelli oggettivi dovrebbero essere presi in esame nella valutazione accademica e nel contesto dei concorsi (di composizione o di esecuzione). Nella pratica invece non solo i criteri valutativi soggettivi vengono affiancati a quelli oggettivi, ma spesso i musicisti stessi non hanno la percezione delle ricadute negative che questo comporta, e pagano conseguenze di cui non conoscono l’ origine.

Criteri valutativi soggettivi e clientelismo

L’ introduzione di criteri soggettivi nella valutazione dell’ allievo implica l’ impossibilità di valutare la valutazione stessa. Errori come “troppo lungo” o “poco elegante” non si prestano ad essere misurati oggettivamente da un eventuale commissione esterna imparziale e dunque all’ allievo non resta che fidarsi del giudizio del proprio insegnante. Si consideri che molti ambiti lavorativi collegati alla formazione accademica sono gestiti dagli stessi docenti accademici. Ad esempio, moltissime giurie di concorsi sono formate da insegnanti di conservatori. Alcuni docenti inoltre oltre alla propria professione, svolgono attività lavorative nel mondo della musica (speaker radiofonici, conduttori di programmi relativi alla cultura musicale, performers, direttori, compositori) e possono facilmente fungere da ponte tra il mondo della formazione e quello lavorativo. Possono inoltre decidere a chi affidare un dottorato nel caso di paesi esteri, o fornire contatti con altri docenti per ottenerlo nel caso dell’ Italia. Si tratta dunque di figure determinanti anche per il futuro lavorativo delle persone che formano. A fronte di questo, data l’ impossibilità di valutare i criteri di valutazione che abbiamo esposto, le decisioni dei professori riguardo agli allievi da favorire possono risultare del tutto arbitrarie o guidate da logiche esterne rispetto all’ oggettiva funzionalità dell’ operato svolto dallo studente. Si possono verificare con facilità e senza rischi di alcun tipo dei fenomeni di vero e proprio clientelismo. Questo porta un danno economico a tutti gli allievi valenti che non vengono favoriti.

Asimmetria Informativa

L’ asimmetria informativa è una condizione in cui un’ informazione non è condivisa integralmente  fra gli individui facenti parte del processo economico: una parte degli agenti interessati dispone di maggiori informazioni rispetto al resto dei partecipanti e può trarre vantaggio da questa configurazione. A fronte delle considerazioni che abbiamo fatto finora si evince che possono verificarsi situazioni in cui fra due allievi parimenti valenti, un insegnante scelga di favorire solo uno di essi. Ricordiamo che l’ allievo non favorito paga ugualmente per partecipare alla lezione o iscriversi al conservatorio. Dunque esaminiamo il rapporto tra l’ insegnante e l’ allievo non favorito tramite la teoria dei giochi strategici.

Giocatori: Allievo, Insegnante
Azioni possibili per l’ Allievo: Fare lezione, Non fare Lezione
Azioni possibili per l’ Insegnante: Fare una Lezione Utile, Fare Una Lezione Non Utile

Preferenze Allievo: Per quanto riguarda l’ Allievo il massimo interesse sarebbe Fare Una Lezione Utile (dove per utile include ogni tipo di atteggiamento utile dell’ Insegnante rispetto all’ Allievo: usare criteri di valutazione oggettivi, favorirlo professionalmente laddove valente ecc.) perchè investirebbe correttamente il suo denaro e il suo tempo dunque questa opzione sarebbe la sua massima preferenza: Punteggio 2. Laddove invece partecipasse alla Lezione ma fosse inutile avrebbe perso tempo e soldi inutilmente dunque a Fare Una Lezione Non Utile assegneremo nel suo caso: Punteggio 0. Qualora l’ Insegnante volesse favorirlo e lui non partecipasse perderebbe un’ importante occasione e dunque vi sarebbe anche qui: Punteggio 0. Se invece l’ Insegnante volesse solo prendere i suoi soldi senza favorirlo ma lui non partecipasse avrebbe scampato il pericolo di sprecare il suo capitale di investimento: Punteggio 1.

Preferenze Insegnante: Avendo posto il caso che l’ Insegnante non è propenso a favorire l’ allievo qualora svolgesse una Lezione Utile avrebbe guadagnato solo il denaro corrisposto ma avrebbe agito contro le sue preferenze personali dunque assegneremo a questa opzione: Punteggio 1. Laddove invece facesse una Lezione Inutile prenderebbe i soldi e non favorirebbe l’ Allievo realizzando così la sua massima preferenza: Punteggio 2. Se facesse una Lezione Utile ma l’ Allievo non partecipasse non avrebbe nessun guadagno dunque: Punteggio 0. Infine qualora facesse una Lezione Inutile ma l’ Allievo non partecipasse, similmente non guadagnerebbe denaro: Punteggio 0.

Riassumendo abbiamo:

                                Insegnante

                                Utile          Non Utile

 Allievo    Fare Lezione           2, 1            0,2

                  Non Fare Lezione  0, 0            1, 0

Come si può evincere, qualora l’ informazione  fosse completa, ossia se l’ Allievo conoscesse le preferenze dell’ Insegnante, la sua Strategia Dominante sarebbe quella di Non Fare Lezione. Se infatti un Insegnante non vuole favorire un Allievo, Fare Lezione diventa un vero e proprio spreco di soldi che andranno a vantaggio dell’ Insegnante. Non Fare Lezione invece rappresenterebbe un mantenimento del proprio capitale di investimento.

Tuttavia nella realtà l’ informazione non è completa. Gli Allievi non sanno se l’ Insegnante effettivamente sta agendo a loro vantaggio o se sta facendo una serie di Lezioni Inutili che non porteranno ne alla realizzazione professionale, nè all’ ottenimento di strumenti sufficienti per raggiungerla. Le Lezioni Inutili sono esattamente l’ equivalente di quello che il Premio Nobel George Akerlof definisce come “Lemons”. Dunque la possibilità di influire sulla valutazione dell’ allievo attraverso criteri valutativi soggettivi o non a loro volta valutabili, permette che questi “Lemons” vengano venduti continuamente e indisturbatamente. Riferendosi all’ Ordinamento Attuale, nel caso minimo della Laurea Triennale per gli Allievi sfavoriti equivale a perdere letteralmente tre anni del proprio tempo e tutti i soldi che vengono investiti. Dal momento che viene incoraggiata l’ acquisizione di titoli avanzati e di titoli abilitanti gli anni e i capitali investiti persi aumentano via via che aumentano gli anni di studio effettuati nella condizione descritta.

Esternalità

Fin ora abbiamo esaminato il caso in cui l’ inutilità della lezione sia voluta coscientemente da parte dell’ insegnante. L’ inserimento di criteri valutativi soggettivi genera inoltre anche un’ altra possibilità. Si può riscontrare il caso in cui un insegnante sia in buona fede ma che in quanto viziato dalla mescolanza dei criteri valutativi oggettivi e soggettivi nella fase di formazione non conoscendo approfonditamente gli aspetti oggettivi della propria materia, generi sull’ allievo un’ esternalità negativa. La lezione infatti darebbe lo stesso risultato sebbene non voluto da entrambi gli operatori, della Lezione Inutile impartita con volontà cosciente. L’ insegnante in questo caso, non avrebbe la capacità di fornire una formazione adeguata all’ allievo ma per gli stessi motivi incontrati fin ora, sarebbe impossibile valutarlo da parte di una commissione esterna.

Risoluzione del problema

Si evince dunque che la condizione descritta genera danni economici notevoli tanto relativi al mondo dell’ istruzione quanto a quello del lavoro. Inoltre impedisce un reale sviluppo di molti ambiti della cultura musicale in quanto la natura delle nozioni insegnate è quantomeno arbitraria se non aleatoria. Analogamente al concetto secondo il quale il solo mercato non basta per sviluppare una società liberale (emergente dai lavori di Kenneth Arrow e Amartya Sen), anche il mondo della formazione musicale e della cultura musicale in generale da solo non può garantire i diritti dei suoi operatori (con particolare attenzione agli allievi). Si noti che quanto detto non vale solo in ambito musicale ma per tutti i campi del sapere dove non sono fissati dei criteri oggettivi a tutela degli operatori economici che ne fruiscono. Dunque i concetti espressi in questa trattazione potrebbero verosimilmente essere idonei al trattamento di un enorme campo d’ azione. La risoluzione del problema esaminato in questa trattazione presenta dunque la seguente risoluzione. Va creata una commissione che determini l’ oggettività dei criteri valutativi ufficiali, scendendo il più possibile nel dettaglio e aggiornando l’ insieme di questi criteri oggettivi durante il corso delle scoperte relative ad essi. Questo necessita dunque di aprire e sviluppare un un settore di ricerca scientifico attinente allo scopo. I criteri valutativi soggettivi non potranno essere presi in considerazione ne in sede accademica ne in ambito di concorsi ufficiali. Viceversa i criteri valutativi oggettivi dovranno essere i soli a essere presi in considerazione e dovrà esservi possibilità da parte di commissioni esterne apposite di valutare le valutazioni una volta essere saranno avvenute anche con l’ ausilio di tecnologie atte allo scopo (registrazioni, software musicali ecc.). Questo limiterà notevolmente o addirittura eliminerà i fenomeni problematici descritti nella presente trattazione con conseguenze positive sull’ utilizzo delle risorse economiche nell’ ambito interessato.

Alessandro Severa

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