[Trip Report] La splendida cornice poetica di Charleville-Mézières, la città di Arthur Rimbaud

Nel verde cuore delle Ardenne si trova la città natale del poeta maledetto, e il Premio Rimbaud diventa un’ottima occasione per visitarla…

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Immagine creata su http://www.gcmap.com

Questo Trip Report ha ottenuto uno speciale riconoscimento in occasione della cerimonia finale del Premio Internazionale di Poesia “Arthur Rimbaud”, tenutasi a Morano Calabro (CS) il 26 settembre 2015. L’autore, infatti, ha ottenuto il Premio Speciale “Reporter” per il servizio dedicato alla città natale del poeta maledetto.

La Calabria ospiterà, per la prima volta, un concorso letterario internazionale dedicato ad Arthur Rimbaud, il poeta maledetto delle Ardenne francesi. Dato che partecipo a questo concorso letterario, mi è sembrato il caso – compatibilmente con gli impegni vari – di fare una rapidissima scampagnata alle Ardenne per visitare gli stessi luoghi che hanno plasmato la mente del poeta.

Arrivare a Charleville-Mézières, la città natale di Rimbaud, non è proprio semplicissimo per chi parte dall’Italia e soprattutto per chi parte dal Mezzogiorno. Escludendo a priori uno spostamento esclusivamente via terra, bisogna optare per una combinazione di aereo e treno. I taxi non sono necessari, e sono anche dannatamente costosi.

A sorpresa, l’aeroporto apparentemente più conveniente è Charleroi, che però non ha ottimi collegamenti via terra con la zona di interesse e non è servito giornalmente da Lamezia Terme. Alla fine si opta per la solita Alitalia, l’unica ad offrire prosecuzioni strategiche dalla Calabria, e l’aeroporto di destinazione scelto è lo scalo Charles de Gaulle di ParigiRoissy. Una volta arrivato lì, dato che i taxi sono impraticabili e non è proprio il caso di noleggiare una macchina, basta prendere un treno TGV dal Terminal 2 di Charles de Gaulle, fare il cambio a Champagne-Ardenne e poi dirigersi verso Charleville.

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Le soluzioni via terra offerte da Google Maps, treni esclusi, con i tempi stimati di percorrenza.

Inutile dire che un ringraziamento particolare va al presidente del comitato del Premio Rimbaud, Mario De Rosa, il quale con la sua iniziativa mi ha dato lo spunto necessario per questa esperienza.

Al ritorno il viaggio sarà un tantino più complicato, dato che farò uno scalo in più, passando per Linate. Fare uno scalo in più significa correre dei rischi aggiuntivi per quanto riguarda i bagagli in transito e le coincidenze stesse, ma non c’erano alternative convenienti per il ritorno e mi sono adeguato.

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Immagine creata su http://www.gcmap.com

Prima della partenza da Lamezia scopro che, coincidenza, lo stesso equipaggio e lo stesso aereo del volo Lamezia-Roma avrebbero operato anche la successiva turnazione Roma-Parigi. A conferma avuta, ho deciso di offrire una colazione all’equipaggio dei miei due voli presso Il Cantagalli dell’aeroporto di Lamezia.

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Aeroporto di origine: Lamezia Terme – Sant’Eufemia (SUF)
Aeroporto di arrivo: Roma – Fiumicino (FCO)
Distanza tra gli scali: 469km
Compagnia: Alitalia (AZ)
Aeromobile: Airbus A321
Registrazione: I-BIXS
Nome dell’aereo: Piazza San MartinoLucca
Classe: Economy (unica disponibile)
Posto: 2A (finestrino)
Gate: 01
Bagagli: No
Ora di partenza prevista: 7:00
Ora di arrivo prevista: 8:10
Ora del decollo: 7:44
Ora dell’atterraggio: 8:38
Tempo di volo: 54min

Non avendo bagagli da imbarcare, cosa che per me è rara, e avendo già fatto il check-in online, bypasso il check-in a Lamezia e vado al Cantagalli, dove incontro l’equipaggio Alitalia che mi ringrazia per l’offerta.

Il tempo di transito a Roma non è molto lungo, ma la certezza di viaggiare con lo stesso aereo e lo stesso equipaggio mi tranquillizza. Il meteo a Roma riduce le operazioni e ritarda la nostra partenza da Lamezia: decolliamo, infatti, alle 7:44 e atterriamo a Fiumicino alle 8:38.

Durante la fase di sbarco (sì, anche se l’aereo, il gate e l’equipaggio sono gli stessi, bisogna uscire dall’aereo e poi rientrare) un assistente di volo mi chiama per confermarmi che ci saranno sempre loro. Li avrei rivisti dopo neanche mezz’ora.

Per fortuna non siamo ai parcheggi remoti e, uscendo dal finger, noto che lo schermo sopra di me riporta proprio il numero del volo della mia coincidenza: AZ318 per Parigi Charles de Gaulle. Il gate è il B02.

AZ318

Aeroporto di origine: Roma – Fiumicino (FCO)
Aeroporto di arrivo: Parigi – Roissy (CDG)
Distanza tra gli scali: 1.101km
Compagnia: Alitalia (AZ)
Aeromobile: Airbus A321
Registrazione: I-BIXS
Nome dell’aereo: Piazza San MartinoLucca
Classe: Economy
Posto: 4F (finestrino)
Gate: B02
Bagagli: No
Ora di partenza prevista: 9:15
Ora di arrivo prevista: 11:30
Ora del decollo: 9:51
Ora dell’atterraggio: 11:25
Tempo di volo: 1h 34min

Sembra una scena che ha del comico, ma in realtà è proprio così che funziona. Esco dal finger e mi metto in fila allo stesso gate, nell’attesa che I-BIXS sia nuovamente pronto ad accogliere i passeggeri a bordo.

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Il ritardo da Lamezia per slot comporta un ritardo anche da Roma a Parigi. In fila ci sono tantissimi passeggeri canadesi, probabilmente diretti a CDG per prendere una coincidenza intercontinentale per il Canada.

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Guardando fuori dalla fila SkyPriority del gate B02, si vede questo: I-BIXS è lì, in attesa, e più in là si trova un aereo dell’Air Berlin, EI-DSJ, che fino a qualche giorno prima aveva la livrea Alitalia e che presto sarebbe diventato D-ABZJ. Gli accordi tra le due compagnie, voluti da Etihad, prevedono anche lo scambio interno di aeromobili.

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Finalmente si parte! Il comandante, del quale purtroppo non posso fare il nome ma che ringrazio tantissimo, prende una pagina del piano di volo, la firma e la fa firmare al copilota e agli altri membri dell’equipaggio.

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Doppio servizio catering offerto gentilmente da un assistente di volo per ringraziarmi della colazione al Cantagalli.

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Il volo non è brevissimo ma va che è una meraviglia. Durante la discesa finale c’era un bel po’ di nebbia, ma niente di che. Atterriamo a Parigi alle 11:25 e per arrivare al nostro parcheggio impieghiamo 12 minuti abbondanti.

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Benvenuti a Parigi! Saluto l’equipaggio e mi dirigo verso la stazione TGV di Charles de Gaulle, dalla quale partirà il treno superveloce per Champagne-Ardenne.

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Ecco il mitico TGV francese.

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“Prima classe, ma è uno sballo! Spremute d’arancia in bicchieri di cristallo…” [cit. Will Smith nel ruolo di Willy, il Principe di Bel Air]

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L’organizzazione dei treni francesi merita un plauso. Nel mio percorso di studi avevo imparato che la fitta rete ferroviaria francese, già durante la Grande Guerra, garantiva flussi interni di entità non indifferente e col tempo non ha fatto altro che migliorare. Siamo lontani anni luce dalle scene desolanti alle quali è possibile assistere nelle stazioni ferroviarie del Sud Italia.

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Particolare degli interni della Prima Classe del TGV.

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La stazione Champagne-Ardenne è un mini-hub ferroviario dell’omonima regione, a qualche kilometro dalla città di Reims.

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L’entrata della stazione.

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Mappa della regione di Champagne-Ardenne, con i suoi collegamenti ferroviari. Charleville sta a nord, quasi al confine col Belgio e alle porte delle Ardenne, campo di battaglia del famoso scontro del secondo conflitto mondiale che ha preso il suo nome proprio da questa regione.

Charleville-Mézières, Champagne-Ardenne, Francia

Città a misura d’uomo, davvero. E’ possibile spostarsi ovunque a piedi, non c’è tanto traffico e la gente, pur avendo con l’inglese un rapporto molto difficile, è cordiale.

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Il fatto che Arthur Rimbaud sia nato a Charleville si sente, ecco infatti cosa trovo alla reception dell’hotel subito dopo il mio arrivo.

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Scalo tecnico in hotel, e poi subito in giro per Charleville. Vado velocemente al museo dedicato a Rimbaud per scattare una foto da mandare alla redazione de il Lametino, dato che il numero è prossimo alla chiusura. La foto è per un articolo dedicato al Premio Rimbaud che sarebbe uscito qualche giorno dopo sul giornale del comprensorio di Lamezia.

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Il Musée Rimbaud è circondato dal verde e dall’azzurro, un posto proprio bello.

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Questa è l’entrata del museo. La signora, con molta fatica, mi spiega che per le visite guidate bisogna aspettare; nessun problema, continuo il mio giro turistico promettendomi di visitare il museo non appena possibile. A due passi dal museo, la mia tappa successiva: la casa di Arthur Rimbaud, nota anche come La maison des Ailleurs.

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Eccoci qui, alla Maison Rimbaud. La casa è stata trasformata in un piccolo museo, complementare al Musée Rimbaud.

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Gli interni della maison sono stati curati e cambiati per offrire ai visitatori deliziosi giochi di colore.

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Ovviamente, non poteva mancare una piccola biblioteca dedicata all’autore.

Per volontà personale, proprio nel piccolo spazio che separa la casa di Rimbaud dall’entrata del museo, apporto le ultime modifiche ai miei due pezzi per il concorso letterario dedicato ad Arthur: una lirica a tema imposto sull’autore francese, e un racconto breve a tema libero. Ormai è fatta, una volta tornato in Italia avrei spedito entrambe le opere – da quel momento in poi congelate e non più modificabili – al comitato del premio.

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Lascio un messaggio sul libro degli ospiti, con un ringraziamento doveroso al presidente del comitato, e mi lascio alle spalle il museo per tornare all’hotel. La redazione mi ha inviato l’anteprima della pagina di giornale coi nostri articoli e bisogna preparare il tutto per la pubblicazione sul blog.

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Sembrerà strano ma tutto il lavoro fatto al computer mi tiene fermo in hotel fino alla mattina del giorno successivo. Colazione abbondante, e poi di nuovo in giro per Charleville.

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Confermo: città non caotica e molto, molto vivibile. Peccato che per gli italiani sia praticamente sconosciuta, c’è tanto da apprendere dall’urbanistica di questo posto.

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 Maison de l’Ardenne, edificio con il simbolo del Rotary.

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Il corso principale della città che porta alla Place Ducale inizia con una statua dedicata al fondatore di Charleville, Carlo I di Gonzaga.

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Verso la Place Ducale. Ci sono tantissimi negozi, due dei quali portano il nome del poeta Rimbaud.

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Questa è la Place Ducale, il fulcro della vita di Charleville.

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Chi mi conosce sa che dopo aver pronunciato quelle tre parole, la quarta espressione diventa spontanea: per carité.

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Questo è l’ufficio locale del turismo, dove per fortuna trovo una commessa che parla un buon inglese (alleluia!). Svaligio letteralmente il negozio di souvenir, tant’è che ricevo pure un libro omaggio per essere stato un cliente “top”.

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Prendo questo, questo, questo, questo, questo e questo

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Uscito dal negozio di souvenir, non potevo non scattare una foto di questa fontana caratteristica.

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Anche questa giostra è molto bella.

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Un po’ più a est rispetto alla Place Ducale si trova l’Institut International de la Marionnette, di importanza internazionale. Charleville, infatti, oltre ad essere la città natale di Arthur Rimbaud, è riconosciuta come la Capitale delle Marionette. Tra l’Istituto e il Museo delle Ardenne, si trova il Grand Marionnettiste, che puntualmente ad ogni ora si anima per dar vita ad un brevissimo spettacolo con le marionette.

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Direzione: Museo delle Ardenne, che si rivela molto più grande del previsto. Quelle che seguono sono solo alcune delle tantissime foto che ho scattato lì. Una visita a questo museo è d’obbligo.

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Il museo ripercorre la lunga storia della regione delle Ardenne, che ne ha viste praticamente di tutti i colori. L’entrata del museo e la biglietteria hanno reperti di periodi diversi, ma una volta entrati si segue un percorso cronologico che parte dai primissimi insediamenti preistorici dei quali si hanno le tracce.

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 Il riferimento alla tradizione delle marionette non poteva mancare.

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Modello in scala del Grand Marionnettiste, che si trova a poche decine di metri dal museo.

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Anche qui, ringraziamento al presidente sul libro degli ospiti.

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Ritorno al Musée Rimbaud, dove purtroppo la visita guidata non è ancora disponibile. Mi avventuro verso nord, oltre questo ponte che si trova vicino al museo e che porta all’area più verde della città.

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Tra camper e ristoranti, questa zona della città è ancora più tranquilla del resto. Per una passeggiata, corsa o giro in bicicletta, è proprio l’ideale.

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Molto carino, chissà se le lancette si muovono. Non ho verificato.

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Si ritorna al Musée Rimbaud, dove la visita guidata sembra essere quasi pronta. Un po’ di attesa fuori dal museo, e poi via verso l’interno. La visita è in francese e il museo, riaperto al pubblico praticamente poco prima del mio arrivo, è ancora work in progress. La guida mi dice che per la seconda metà di ottobre 2015, i lavori saranno ultimati e il museo avrà molto più materiale da esporre, al momento custodito in alcuni depositi.

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Nonostante tutto, la visita al museo si rivela interessante. Certo, una brochure in inglese sarebbe stata molto utile, ma grazie ai miei – seppur limitati – studi della biografia del poeta, riesco ad associare i vari cimeli esposti alle tappe più importanti della vita del bohémien.

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Bello quel busto, ne prenderò uno simile.

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Pittura e poesia si combinano in queste opere, un vero spettacolo per gli occhi.

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Oggi, 22 luglio 2015, scatto una foto ad una lettera scritta da Rimbaud il 22 luglio 1881.

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Semplicemente stupendo. La visita termina e prima di tornare in Italia, rimangono da fare due cose: una visita a Mézières, la parte meridionale della città, e una visita al cimitero dove Arthur Rimbaud riposa in pace. Ah, e devo comprare un busto del poeta da portare a casa.

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La prossima tappa è al cimitero, che raggiungo a piedi in una ventina di minuti. Durante il cammino, sento l’obbligo morale di scattare la foto di questa segnaletica… mi raccomando, se volete andare a Charleroi (detta Chalalah dagli equipaggi Ryanair), tirate dritto!

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Questa è l’entrata del museo. Il custode, che probabilmente non parla l’inglese, è chiuso in una stanza e ha una discussione accesa al telefono. Prendo l’iniziativa e controllo la cartina del cimitero, grazie alla quale scopro che la tomba di Rimbaud è vicina all’entrata. Mi sono risparmiato le peripezie che sperimento a Woodlawn, New York, quando vado al cimitero per portare dei fiori ai miei parenti che riposano lì.

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Forse, e dico forse, la foto di una tomba non è particolarmente rispettosa ma è stata scattata per omaggiare il noto poeta, non per altro. R.I.P. Arthur e Vitalie Rimbaud.

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Tornando indietro, noto per puro caso un negozio che vende busti di Rimbaud e ne prendo uno. Chiedo una busta ma il negoziante mi dice che se metto il busto dentro la busta questa potrebbe spaccarsi e far cadere il busto stesso, mandandolo in frantumi. Bene, porto il pesante busto a mano fino all’hotel, dove faccio un rapido pit stop, e poi mi dirigo verso sud, a Mézières.

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Mézières è ancora più caratteristica di Charleville quanto ad architettura: non mancano i palazzi vecchi, usati per praticamente qualsiasi scopo.

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Sinceramente, non ho capito se c’è un nesso tra quest’opera e la tradizione delle marionette, ma credo di sì.

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I paesaggi si confermano stupendi anche qui, è inutile negarlo.

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Questo è un famoso hotel di Mézières, con una facciata davvero molto bella.

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Mézières rende omaggio ai suoi caduti della Grande Guerra. R.I.P.

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I fiumi che attraversano Charleville-Mézières non compromettono affatto la viabilità, dato che i ponti per passare da una parte all’altra non mancano.

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Questa è la Basilica di Mézières, edificio alto e curato che si nota in lontananza. Il giro turistico è praticamente finito e lo stomaco brontola, quindi torno alla Place Ducale e mi infosso in un ristorante giapponese, il Sushido.

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Birra giapponese, chi l’avrebbe mai detto.

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I piatti giapponesi a base di pesce non saziano, ma quelli a base di carne sì. Il tutto costa un pochino ma devo ammettere che ne è valsa la pena.

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Tornando verso l’hotel passo per una libreria con un nome scontato, “Rimbaud”, dove compro un paio di auricolari (i miei si sono rotti) e un mattone con tutte le opere originali di Rimbaud scannerizzate e stampate. Dopo questo ennesimo “acquisto pazzo”, torno nella mia comoda stanzetta di hotel dove mi preparo per il viaggio di ritorno.

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Aeroporto di origine: Parigi – Roissy (CDG)
Aeroporto di arrivo: Milano – Linate (LIN)
Distanza tra gli scali: 644km
Compagnia: Alitalia (AZ)
Aeromobile: Airbus A320
Registrazione: EI-DTI
Nome dell’aereo: Niccolo’ Machiavelli
Classe: Economy
Posto: 4A (finestrino)
Gate: F33
Bagagli: 2/26kg
Ora di partenza prevista: 15:25
Ora di arrivo prevista: 16:55
Ora del decollo: 15:55
Ora dell’atterraggio: 16:57
Tempo di volo: 1h 2min

Un giorno interamente passato a viaggiare, ebbene sì. Il treno parte da Charleville alle 6 in punto, direzione Champagne-Ardenne dove c’è la coincidenza per Charles de Gaulle. Faccio la somma fesseria di non preparare il bagaglio la sera prima, e per sistemare tutto gioco a tetris rovinando in parte uno dei poster acquistati al negozio. Dato che, ovviamente, nel bagaglio non c’entra tutto, metto quello che rimane dentro due buste non proprio ingombranti ma un po’ scomode da portare in giro.

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L’alba di questo giorno che passerò tra treni, sale VIP e aerei.

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Ecco nuovamente la stazione di Champagne-Ardenne TGV. L’attesa supera di poco l’ora ed è tutto tranquillo. Stavo per rivolgermi al banco TGV + Air, un servizio che combina treni e aerei, ma avendo un biglietto Alitalia rinuncio dato che il servizio sembra limitato a chi ha acquistato biglietti Air France e di alcune compagnie partner, Alitalia esclusa. Tanto, alla fine, non credo cambi molto.

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Do una rapida occhiata all’edicola della stazione che si intravede nella foto precedente e compro una copia di Charlie Hebdo, il noto giornale satirico diventato protagonista mondiale in seguito all’attentato di Parigi.

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Il TGV arriva e si riparte per Charles de Gaulle. Il treno è abbastanza affollato.

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Bene, ora bisogna trovare il check-in Alitalia e sperare che accettino il mio bagaglio con diverse ore di anticipo rispetto alle solite due ore che precedono la partenza del volo. Sono le 8:30 e il volo parte dopo le 15… aspettare fino alle 13 col bagaglio a zonzo sarebbe un macello.

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Al Roissy si vedono aerei di tutti i tipi.

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Questo è l’interno della biglietteria Alitalia, a due passi dal check-in SkyPriority.

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Guardandomi intorno noto un negozio di souvenir e faccio un pensierino pazzo.

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Vedete quel bagaglio a sinistra? All’andata non ce l’avevo. L’ho comprato al Roissy e l’ho riempito con una miriade di cose, comprate allo stesso negozio. La transazione è dolorosa, tant’è che ho dovuto pagare una parte degli acquisti col bancomat e un’altra parte in contanti prelevati presso un vicino sportello. Il busto di Rimbaud sta dentro quello nero, incrociamo le dita.

Per fortuna, il banco SkyPriority accetta i miei due bagagli in anticipo, e questo mi alleggerisce non poco. Ora bisogna cercare una lounge Air France.

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Questa è l’architettura caratteristica dei moli del Terminal 2 di CDG, praticamente monopolizzati da Air France e compagnie partner.

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L’entrata di un Salon Air France, al quale ovviamente ho accesso in qualità di viaggiatore Elite Plus SkyTeam.

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Vasti assortimenti di alcolici e cibi vari, ma sedili non proprio comodissimi (opinione personale). Sempre meglio di un’attesa di ore e ore fuori dalla lounge, ovviamente!

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Avventuriamoci nei meandri di questa lounge…

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Giù la situazione è più tranquilla.

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La visuale da qui è stupenda, gli aerei e i mezzi di terra sono proprio a due passi! A metà attesa, passo da una lounge all’altra e l’addetta all’entrata della seconda lounge se ne accorge e me lo chiede in italiano. Beh, dopo diverse ore di attesa tanto vale dare un’occhiata anche all’altra, no? Le due lounge del T2 sono praticamente uguali e infatti non ricordo con precisione quando finiscono le foto di una lounge e iniziano quelle dell’altra. Pardon!

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E’ facile cadere in tentazione.

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Ecco, appunto.

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Un salto all’angolo bevande alcoliche è un must. Vediamo un po’ cosa c’è…

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A proposito, mi ricordo che il mio prossimo volo sarà il numero 150 con Alitalia. Si brinda!

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Mix apparentemente letali ma che in realtà sono deliziosi.

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Questo mix invece è davvero letale.

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Ecco che arriva il nostro aereo, EI-DTI, lo vedo parcheggiare e scatto una foto. Proprio a fianco, un Airbus di Air France con livrea speciale SkyTeam.

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Il nostro gate è l’F33. Ad imbarcare il volo un addetto tipicamente francese che nei confronti degli italiani ha un atteggiamento molto ma molto distaccato. Prima dell’ok all’imbarco per tutti i passeggeri, un UMNR (minore non accompagnato il cui trasporto è curato dai servizi di terra e dagli assistenti di volo) passa il gate ed entra a bordo.

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Ecco, ci siamo quasi. Direzione Linate!

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L’imbarco è fluido. Purtroppo, durante il decollo, non riesco a scattare una buona foto di Parigi nonostante il mio sedile fosse proprio rivolto verso la città romantica. Viriamo verso sud est, dritti verso Milano.

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Aeroporto di origine: Milano – Linate (LIN)
Aeroporto di arrivo: Roma – Fiumicino (FCO)
Distanza tra gli scali: 471km
Compagnia: Alitalia (AZ)
Aeromobile: Airbus A319
Registrazione: EI-IMO
Nome dell’aereo: Isola d’Ischia
Classe: Economy
Posto: 6F (finestrino)
Gate: A18
Bagagli: 2/26kg (in transito dal volo precedente)
Ora di partenza prevista: 18:20
Ora di arrivo prevista: 19:30
Ora del decollo: 18:35
Ora dell’atterraggio: 19:22
Tempo di volo: 47min

I transiti a Linate sono un po’ un terno al lotto. Se si ha la fortuna di arrivare ai parcheggi situati presso i finger, basta semplicemente andare al gate del volo successivo. In caso contrario, il più delle volte, si finisce ai remoti e bisogna rifare i controlli di sicurezza.

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Ecco, come dicevo, i remoti. Una volta arrivato all’area arrivi scappo verso le scale mobili che portano su e per fortuna, avendo accesso al fast track, seguo la linea prioritaria ai controlli di sicurezza.

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La sala VIP Alitalia “Alessandro Manzoni” di Linate è sempre affollata e spesso non si trova un posto per potersi sedere. Chissà, forse alla Welcome Lounge la situazione è più tranquilla, ma non mi va di fare un tentativo anche lì anche perché il tempo di transito non è tantissimo e bisogna andare al gate.

Sorprendentemente, l’imbarco è con autobus. La rotta Roma-Milano è importante per Alitalia e garantisce ai suoi passeggeri l’accesso diretto all’aeromobile col finger, ma questo accade solo a Fiumicino. A Linate, anche e soprattutto a causa della disponibilità limitata di finger, capita di imbarcarsi con l’interpista. L’attesa dentro il bus è più lunga del previsto: il personale di terra ci informa che l’equipaggio sta resettando l’aria condizionata e l’operazione richiede un po’ di tempo. Chi vuole può uscire temporaneamente dal bus, e qualcuno lo fa. Io rimango dentro.

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Il volo è tranquillo, soprattutto la discesa finale verso Fiumicino. Il pensiero va ai miei bagagli in transito e al busto di Rimbaud, che ho sistemato nel miglior modo possibile.

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Aeroporto di origine: Roma – Fiumicino (FCO)
Aeroporto di arrivo: Lamezia Terme – Sant’Eufemia (SUF)
Distanza tra gli scali: 469km
Compagnia: Alitalia (AZ)
Aeromobile: Airbus A321
Registrazione: I-BIXK
Nome dell’aereo: Piazza Ducale – Vigevano
Classe: Economy (unica disponibile)
Posto: 3F (finestrino)
Gate: B14
Bagagli: 2/26kg (in transito dai voli precedenti)
Ora di partenza prevista: 20:45
Ora di arrivo prevista: 21:55
Ora del decollo: 21:45
Ora dell’atterraggio: 22:32
Tempo di volo: 47min

Dopo due Salon Air France e la saletta Manzoni, ora si passa alla Dolce Vita di Fiumicino. Quattro sale VIP in un giorno, record personale.

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Un po’ di folla al Pilot Bar.

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Ok, lo ammetto. Ho un debole per il simulatore offerto da FSC, fatevene una ragione.

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Circuito intorno a San Francisco, stupendo soprattutto per il paesaggio. Poi, subito verso il gate per Lamezia. Il volo decolla un’ora dopo l’orario di partenza, e nonostante il doppio scalo i bagagli sono arrivati a destinazione… segno che le etichette prioritarie servono a qualcosa! Segno particolare: alcuni membri dell’equipaggio del volo Roma-Lamezia avevano già operato il mio volo Milano-Roma, ma su un aereo diverso questa volta. E’ un piacevole vizio?

Il giorno dopo, però, la brutta sorpresa… apro il bagaglio e scopro che il busto di Rimbaud è spaccato a metà all’altezza del collo, e ha danni in altre parti. Argh! Anche un bicchiere con scritto “CDG” è rotto, pazienza. Uso la colla in entrambi i casi e lascio il busto in standby, nella speranza di farlo aggiustare. Certo, però, che coi danni che ha avuto ora sembra avere un appeal da scultura greca provata dal tempo e dai barbari… che dite?

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4 risposte a [Trip Report] La splendida cornice poetica di Charleville-Mézières, la città di Arthur Rimbaud

  1. Grace ha detto:

    Stupendo!
    Prima o poi visiterò anch’io Charleville

  2. Pingback: “Desy”, di Maria Pia Furina | The Lightblue Ribbon

  3. Pingback: A Morano Calabro premiato un “trip report” targato TLR | The Lightblue Ribbon

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