L’utilità sociale di Alitalia

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Questo articolo è uscito sul mensile il Lametino (n. 209) il 19 luglio 2014.

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Molti non lo sanno ma la compagnia già di bandiera ha un ruolo insostituibile

Il nodo degli esuberi, necessario per finalizzare l’accordo tra Alitalia e la compagnia emiratina Etihad Airways, sembra essere stato sciolto e il rischio di fallimento per la compagnia già di bandiera sembra ormai scongiurato. Sei anni dopo le gesta dei “capitani coraggiosi”, coloro che avrebbero dovuto salvare il brand Alitalia facendo risorgere la moribonda compagnia Alitalia – Linee Aeree Italiane facendola diventare Alitalia – Compagnia Aerea Italiana, il rischio di un fallimento si è concretizzato nuovamente e per interi mesi i media italiani e stranieri hanno seguito i vari step che hanno portato alla situazione attuale. Dalla riduzione dell’influenza di Air France, un tempo considerata l’acquirente più probabile, al corteggiamento nei confronti Etihad. Dall’allarme di Lufthansa per l’invasione delle compagnie degli Emirati, all’investimento di Poste Italiane, da molti considerato un aiuto di stato. Eppure, in tutti questi mesi, un aspetto non marginale della questione Alitalia è stato ignorato dai media: l’aspetto sociale. Se da una parte è stata data la giusta importanza ai lavoratori della compagnia che hanno rischiato di perdere il proprio posto di lavoro, dall’altra è stata ignorata l’utilità sociale della compagnia, il motivo per il quale non ci saremmo potuti permettere di perderla. Chi l’ha reputata inutile e facilmente sostituibile, ha commesso un errore di una gravità non indifferente e a breve vedremo perché.

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Airbus A330 di Etihad a Milano-Malpensa. Con l’ingresso della compagnia emiratina in Alitalia, si auspica un futuro di profitti e la volontà di far diventare l’Alitalia una compagnia a cinque stelle. Foto di Giorgio Varisco.

Una lista delle caratteristiche di Alitalia che rendono la compagnia socialmente utile e insostituibile in Italia risulterebbe noiosa anche per i lettori più attenti e interessati. In questa occasione, è stato scelto un approccio quasi “social”, con alcuni esempi ipotetici ma comunque plausibili. I nomi dei “personaggi” sono casuali e qualsiasi riferimento a cose o fatti realmente accaduti è altrettanto casuale. In aggiunta agli esempi, ove possibile sono stati anche aggiunti i codici internazionali a tre o quattro lettere che identificano servizi e procedure particolari. Le situazioni proposte si riferiscono ai voli nazionali, e dove specificato anche ad alcuni collegamenti internazionali. Ora, giochiamo un po’ con la mente e proviamo ad immaginare la seguente situazione: il fallimento della trattativa con Etihad e/o i sindacati, e il conseguente fallimento dell’Alitalia. E’ la mattina del 19 luglio 2014, la stessa data dell’uscita di questo articolo: i media nazionali annunciano la notizia, le operazioni cessano, Ryanair ed easyJet esultano e impostano la modalità “avvoltoio”, viene dato risalto alle proteste dei lavoratori e dei passeggeri rimasti a terra. Il disastro sociale reale, tuttavia, rimarrà ignoto ai più.

Clara è un’amica degli animali e viaggia regolarmente con amici a quattro zampe al seguito, sia per le proprie vacanze che per portare cani e gatti abbandonati alle famiglie adottive. I più piccoli li portava a bordo, in un trasportino (codice: PETC), mentre i più grandi andavano nelle stive pressurizzate degli aeromobili (codice: AVIH). Quando non poteva viaggiare insieme ai propri amici, Clara riusciva comunque a mandarli dove necessario ricorrendo al servizio cargo (cod.: AVI). Ora però che l’Alitalia è fallita, non potrà più farlo: le concorrenti non prevedono il trasporto di animali in stiva e le poche che garantiscono il trasporto il cabina non hanno una copertura sufficiente nell’ambito del mercato domestico italiano.

Marco e Paola sono due amici milanesi di 8 e 9 anni, rispettivamente. Marco, d’estate, passa un mese coi nonni materni che risiedono nel Sud Italia, mentre Paola è figlia di due genitori divorziati che vivono a centinaia di km di distanza tra loro. Prima c’era l’Alitalia ad offrire il servizio di trasporto dei minori non accompagnati (cod.: UMNR), ma ora che non c’è più i bambini, per viaggiare, devono necessariamente essere con qualcuno. E se quel qualcuno, per i motivi più disparati, non può partire, neanche i bambini possono farlo. Brutte notizie per Marco, e non pochi problemi per Paola.

Pasquale è un italo-americano che ama tornare in Italia almeno una volta all’anno. La sue due “case”, New York e la propria terra natia, non sono collegate con voli diretti e l’unica possibilità di viaggio era l’Alitalia con scalo a Roma-Fiumicino. Col fallimento della compagnia, Pasquale dovrà comprare biglietti multipli e dispendiosi, senza più avere la comodità del trasferimento automatico del bagaglio in transito: un problema non indifferente dato che Pasquale ha superato l’età di 80 anni e non può sostenere sforzi fisici prolungati. Vorrà dire che d’ora in poi vedrà il suo paese natale del Sud Italia solo in televisione. Situazione simile, ma non poi così drammatica, per Maria, studentessa trentenne fuori sede che vive in un posto non collegato alla sua città natale con voli diretti; anche per lei, prima c’era l’Alitalia con scalo a Roma-Fiumicino, il modo migliore per connettere due punti qualsiasi del paese, ma con il caos del fallimento della compagnia, Maria dovrà cercare soluzioni alternative ed eventualmente coprire via terra decine e decine di kilometri in più per arrivare in un aeroporto più comodo e meglio collegato.

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EI-DSM “Cesare Beccaria”, Airbus A320 di Alitalia con livrea speciale dedicata alla Calabria e in particolare ai Bronzi di Riace. La Calabria stessa è una regione che senza i voli in connessione di Alitalia garantiti a Roma-Fiumicino, rimarrebbe isolata da una buona fetta d’Europa e dal resto del mondo. Foto scattata da Giorgio Varisco a Milano-Linate.

Camilla è la madre di Antonio e, dopo un dramma lungo e travagliato, è improvvisamente venuta a mancare presso uno dei centri sanitari d’eccellenza italiani. Per portare la salma di Camilla a casa e per poter onorarne la memoria con una messa e una degna sepoltura, era stato predisposto il servizio cargo di Alitalia per il trasporto dei defunti (cod.: HUM), ma ora che la compagnia è fallita e le concorrenti non offrono servizi del genere, l’alternativa saranno dispendiosi – anche in termini di tempo – mezzi per il trasporto via terra. Nessuna pace neanche per i morti e i loro cari.

Giuseppe è il dipendente di una società aeroportuale di handling che offre servizi per conto di Alitalia, ma non essendo un dipendente di compagnia è stato ignorato dai media. Col fallimento della compagnia già di bandiera, tuttavia, condivide lo stesso destino dei dipendenti Alitalia: la perdita del proprio posto di lavoro. Destino condiviso anche da Stefania, dipendente di una società che gestisce un call center per conto di Alitalia e che, come Giuseppe, non è stata annoverata tra i neodisoccupati. Finirà anche lei nel dimenticatoio.

Luca è malato e ha bisogno di un trasferimento per via aerea da un capo all’altro del paese; non può stare in piedi né seduto, e deve necessariamente viaggiare su una barella. Con Alitalia, che predisponeva un servizio dedicato con la rimozione di alcune file a bordo dei propri aeromobili per poter accogliere i passeggeri barellati (cod.: STCR), il viaggio per Luca sarebbe stato fattibile e non particolarmente dispendioso. Col fallimento di Alitalia, tuttavia, l’unica opzione disponibile sarà un volo ospedale predisposto ad hoc, con costi astronomici. Sempre se Luca potrà permetterselo.

Non meno importanti sono i codici DEPU e DEPA utilizzati per identificare i passeggeri deportati, rispettivamente quelli non accompagnati e quelli accompagnati. Gli accompagnati sono, generalmente, detenuti in trasferimento che per motivi di sicurezza viaggiano in aereo con apposite scorte armate e non costituiscono un pericolo per la sicurezza del volo. L’aereo è il mezzo ideale per questa tipologia di spostamenti, e le operazioni di imbarco e sbarco sono curate in collaborazione con la Polizia Penitenziaria. Senza Alitalia, questo servizio di importanza strategica verrebbe meno e per trasferire i detenuti bisognerebbe ricorrere al trasporto via terra, con tutti i rischi del caso… voi sareste tranquilli?

Di situazioni ipotetiche di questo genere ce ne sarebbero a bizzeffe, ma per motivi di spazio molte sono state omesse. Il messaggio, comunque, è chiaro: perdendo una volta per tutte la compagnia già di bandiera, così bistrattata, saremmo tornati indietro di decenni in termini di qualità – e decenza – del trasporto aereo nel nostro paese: avremmo di fatto negato il diritto alla mobilità ad intere categorie speciali di passeggeri, una cosa a dir poco scandalosa per un paese civilizzato. L’errore che facciamo quando consideriamo l’Alitalia “non necessaria”, è frutto di un’analisi superficiale di ciò che essa offre, analisi spesso limitata ad una rapida occhiata al prezzo dei biglietti; il servizio offerto, in realtà, è molto complesso ed ha un’utilità sociale che tutti noi dovremmo conoscere. Pensiamoci bene prima di definire l’Alitalia una compagnia “inutile e sostituibile”, perché al posto di Clara, Marco, Paola, Pasquale, Maria, Camilla, Antonio, Giuseppe, Stefania e Luca potrebbe esserci uno qualsiasi di noi, o un parente a noi stretto.

Francesco D’Amico
Foto di Giorgio Varisco, GolfVictorSpotting.it

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13 risposte a L’utilità sociale di Alitalia

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  6. Ma messa giù così si capisce che è messa a confronto con una low cost/no frills (che personalmente non approvo con i loro sistemi “avvoltoio” e, come preferisco dire io, erba cattiva.. ) Perché io in Alitalia non ci ho mai lavorato ma lavoravo in una compagnia (fallita a febbraio) che era italiana e trasportavamo senza problemi (io ho portato tutte queste cose personalmente) DEPO (che oltretutto sono quasi tutti in mano alla MISTRAL) , ANIMALI, HANDICAPPATI, RESTI UMANI, UM, oltretutto anche autorizzati ai dangerous goods. Di “sociale” ne abbiamo fatte parecchie di cose, pure le missioni WFP delle nazioni unite. Eppure ha chiuso e a nessuno è fregato niente. Eppure noi eravamo autorizzati ad aiutare e trasportare tutte quelle persone immaginarie. Detto ciò, Francesco, io ti ringrazio per la riflessione e sono felice che anche questa volta sia stata salvata la nostra compagnia di “bandiera” perchè significa che anche questa volta non crollerà il sistema, tutti avranno il loro lavoro (tranne, come hai letto sulla mia pagina FB, quegli esuberi che io non invidio e mi arrabbio a saperli in questo limbo bruttissimo e sono dispiaciuta da morire) ma ripeto, per me non c’è molto da essere felici!!! L’Alitalia è stata salvata da fuori e l’Italia non ha linee regionali interne, la continuità territoriale sta andando a puttane e i passeggeri volano con le low cost (e anche io, aimé, perché non posso spendere tutti quei soldi ogni volta da Milano a dove lavoro ora e uso la Wizzair, pensa te.. io che avevo la mille miglia sempre in mano!) e ora nessuno ha capito che cavolo succederà… parlano di lungo raggio.. e chissenefrega, dico io. Ci sono problemi molto più gravi e aeroporti più bisognosi. Infine, mi permetto di dire che se davvero fosse accaduto, le compagnie aeree che avrebbero preso il posto di Alitalia, avrebbero messo giù a tavolino il progetto per dare i suddetti servizi, perchè ci avrebbero guadagnato facendoli pagare a caro prezzo. Se davvero dovremo avere una compagnia di bandiera che nel mondo ci fa sentire orgogliosi e fieri di essere Italiani, ci saranno molte cose da cambiare, in primis l’ottica di non lasciare a casa nemmeno UNO dei tanti esuberi per far felici gli arab. Ecco. Un abbraccio Francesco, mi piace come scrivi, non sono arrabbiata con te ma con quello che succede nel mondo dell’aviazione di oggi. A presto!
    Giulietta

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  8. aldo ha detto:

    un’analisi logica ,semplice …vera…perche’ ai piu’ risulta incomprensibile???siamo davvero cosi’ arretrati culturalmente in questa Italia????

    • michele molinari ha detto:

      aldo, non darei la colpa alla società italiana, anche se di questi tempi va molto di moda, bensì al sistema economico mondiale, del quale facciamo parte, che mette al primo posto sempre e ovunque il profitto … anche se per il caso di AZ questa s’era veramente trasformata in un pozzo nero

  9. michele molinari ha detto:

    francesco, come sempre una voce originale e fuori dal coro! grande 🙂

  10. kia (@laura1cenci) ha detto:

    GRAZIE! Di cuore. Da una ex-Alitalia.

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