Lamezia provincia, un miraggio sempre più lontano

Questo articolo è uscito sul periodico il Lametino lo scorso 10 luglio 2010.

Con Vibo e Crotone a rischio, cosa accadrà a Lamezia?

La morsa del Governo si stringe sempre di più intorno alle province che, per numero di abitanti, meritano a malapena questo appellativo. Per quanto concerne la nostra regione, le due province che rischiano di scomparire sono Vibo Valentia e Crotone. L’obiettivo è ridurre gli sprechi semplificando la burocrazia, e tenendo conto del costo altissimo di questi enti pubblici la proposta risulta condivisibile almeno nei suoi punti cardine. Certo, l’ideale sarebbe sbarazzarsi una volta per tutte di ogni provincia, e non solo di quelle “deboli”, per far risparmiare allo Stato ingenti quantità di denaro da destinare a ben altre cose. I costi delle province sono stimati in oltre 16,5 miliardi di Euro all’anno e gli stipendi dei 4.000 politici che le tengono in vita sottraggono alle casse statali ben 115 milioni di Euro all’anno. L’abolizione di questi enti dispendiosi non è una novità e con molta probabilità sono in pochi a sapere che se ne parlava già dalla seconda metà dell’Ottocento. Conoscendo vari alti e bassi, che spaziano dal rinforzamento in periodo fascista all’abolizione mancata (praticamente per un soffio) che l’Assemblea costituente stava per regalare a tutti noi, le province sono arrivate ai giorni nostri e continuano a ricoprire il loro presunto ruolo di collegamento ideale tra i singoli comuni e le autorità regionali. Da ricordare, infine, sono le false promesse di abolizione che hanno caratterizzato parte della campagna elettorale che poco più di due anni fa ha coinvolto tutto il Bel Paese. Insomma, altro che macchina elettrica e ponte sullo stretto di Messina, l’abolizione delle province merita un posto d’onore tra le chimere apparentemente irraggiungibili della società moderna. Una spiegazione al fenomeno si ricollega ad un tema che noi dell’MGPP abbiamo trattato più volte in passato: non si può umanamente sperare in un cambiamento della politica che sia vantaggioso per i cittadini se lasciamo alla politica stessa il potere di cambiare le cose. Posti di lavoro e stipendi comodi a chi se li può permettere sono fattori più che sufficienti per rendere nullo il volere dei cittadini e privare di concretezza ogni discorso sull’argomento, anche se pieno di buoni propositi. E’ molto probabile che l’abolizione di tutte le province si farà aspettare, e per ora dobbiamo confrontarci solo con la possibile abolizione di province come Vibo e Crotone che, come già detto, non hanno più i “requisiti minimi” per essere mantenute. Potrebbe essere un passo decisivo verso l’abolizione di tutte le province così come potrebbe contribuire al rafforzamento esagerato delle solite città (vd. Catanzaro) che sapranno sfruttare nel migliore dei modi il cedimento dei loro vicini scomodi. Uno scenario che vede Catanzaro in continua ascesa è, obbiettivamente parlando, poco digeribile per il lametino medio; si tratta di una città che, come ben sappiamo o comunque dovremmo sapere, prova a contenere lo sviluppo di Lamezia Terme facendo molto affidamento sui politici locali. I nostri.

Che dire, Lamezia è una città che ci ha provato. La situazione sta diventando sempre più sfavorevole, ma la voglia di vedere Lamezia provincia ha dato a tutti un messaggio forte. Secondo alcuni, Lamezia merita quel privilegio. Secondo alcuni, città che hanno quel privilegio non dovrebbero averlo.

Detto questo, vale la pena di aprire una piccola parentesi su una delle due province “in pericolo”, il fatto che Vibo Valentia può vantare l’appartenenza alla “casta delle province” mentre Lamezia non può farlo invita a riflettere e porta ad una serie di interrogativi. Forse Lamezia è troppo giovane? Il circondario di Vibo è migliore del nostro? Le potenzialità del nostro territorio non sono sufficienti? Lamezia serve alla collettività solo come scalo aeroportuale e non merita nient’altro? Sono stati i politici locali, in primis i catanzaresi, ad usare le radici storiche come pretesto per mantenere una provincia così piccola a discapito di Lamezia? Questi e altri interrogativi, quasi da paranoia, mettono in evidenza la natura dello scenario politico locale e le sue conseguenze.

Le ingiustizie sono molte e i fatti ci dimostrano che il numero di abitanti non basta per imporsi in un contesto regionale. Servono i politici giusti e, soprattutto, servono avversari deboli: si tratta, purtroppo, di due cose che noi non abbiamo e che ci rendono sempre più vulnerabili alle pretese di chi, tra le altre cose, rende un ente pubblico come la provincia una scusa per limitare lo sviluppo della nostra città. Date le circostanze, se Lamezia Terme non può diventare provincia, ben venga l’abolizione di tutte le province. In un’affermazione del genere, la malignità è infinitesima rispetto alla voglia di riscatto, alimentata nel cuore di ogni lametino che si rispetti, nei confronti di un manipolo di politici locali che usano uno degli enti pubblici più inutili in assoluto per limitare l’influenza e lo sviluppo di Lamezia. Se una città dalle molteplici potenzialità come Lamezia Terme deve essere messa continuamente in ridicolo perché non è una provincia, che sia fatta giustizia abolendo tale ente pubblico iniziando da Vibo e Crotone e procedendo gradualmente fino a lasciare solo i capoluoghi di regione a fungere da collegamento coi singoli comuni.

Francesco D’Amico

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