Questo articolo è uscito sul mensile il Lametino (n. 222) il 14 novembre 2015. Leggi questo articolo anche sul blog di Imprenditivo.
Essere solo bravo tecnicamente nel proprio lavoro non vuol dire essere un bravo professionista
“Si può riconoscere facilmente il fotografo professionista in mezzo a una folla di turisti: è quello che nasconde la sua macchina fotografica”, disse Roland Topor. Spesso ci domandiamo cosa vuol dire esser professionale. Studiamo, ci formiamo, miglioriamo le nostre competenze, rafforziamo il nostro know how al fine di avere un bagaglio efficiente e soprattutto eccellente. Esser solo bravi tecnicamente nel proprio lavoro, qualunque esso sia, non vuol dire esser un bravo professionista. E’ difficile, se non impossibile, spiegare in maniera univoca che cosa significa essere professionali, ma sono sicura che ognuno ha ben chiara la differenza tra chi è professionale e chi non lo è. E’ nei primi anni del ‘900, con la teoria weberiana, che inizia a prender piede questo concetto. Con l’introduzione delle figure di supporto (c.d. organi di staff) che la parola professionista – intesa come persona preparata che ha investito su se stessa – inizia a diffondersi. A mio avviso, l’unione delle competenze e della propria personalità, unita ad altri fattori che ora vedremo, danno vita al concetto proprio di professionalità.
Essere professionali significa non perder tempo in lamentele, pettegolezzi, vendette, cattiverie: nessun professionista che conosco dedica tempo a queste attività improduttive e inutili. Essere professionali significa, quindi, saper riconoscere che in ogni progetto di successo ci sono degli ingredienti di cui la fortuna è solo una piccola parte: per migliorare bisogna saper riconoscere e analizzare gli altri elementi ed imparare ad utilizzarli. Bisogna saper individuare la bravura e le persone di talento, non esser invidiosi, ammirare per imparare. Col tempo ci si migliora, si imparano tante cose come la conoscenza di se stessi e dei propri limiti; la capacità di costruirsi un proprio metodo; continuare a studiare per arricchirsi; si sviluppa maggiore pazienza al fine di capire di entrare nel mercato solo quando si è pronti; si impara a lavora in gruppo, etc.
Andiamo a vedere quali sono gli elementi che rendono vincente un professionista. La passione per il proprio lavoro è il valore fondamentale: alzarsi la mattina, avere la motivazione giusta e soprattutto amare ciò che si fa. La competenza, ossia specializzarsi ed esser eccellenti nel lavoro che si svolge. La responsabilità, che consiste nel trovare la soluzione migliore, essere nel posto giusto al momento giusto. La tempestività, ossia prendersi cura dei propri clienti. La presentabilità, vale a dire essere preciso, ordinato ed attento ai dettagli. Dialoga, interagisci ed ascolta. Soprattutto bisogna essere puntuali, rispettare i tempi e svolgere il proprio lavoro in modo accurato. Fondamentale è dunque investire sempre su stessi, sulle proprie competenze, conoscenze e modus operandi. Trovare la strada giusta da percorrere, cercare nuove soluzioni, guardare con occhi diversi adattandosi alla situazione ed all’ambiente circostante, rispettare e farsi rispettare, aver la capacità di essere leader e nello stesso tempo gestire il proprio team di lavoro, tenere sempre presente i propri valori e la propria personalità: tutti questi fattori incastrati nel modo giusto rendono, a mio avviso, un professionista eccellente. “Non esiste alcuna professione in cui non si lavori per il denaro. Il salario, che è comune a tutte, dà a tutte una certa aria di famiglia” Cit. A. de Tocqueville.
Claudia Siniscalchi