Questo articolo è uscito sul blog GSI lo scorso 30 agosto 2013. Per maggiori informazioni circa la presenza dell’articolo su entrambi i siti, si consiglia la lettura della FAQ.
Un’amazzone calabrese emigrata in Irlanda si racconta e ci dice cosa non le piace della nostra Italia.
Dopo cent’anni, ci sono ancora calabresi che emigrano. Un secolo fa si emigrava per sopravvivere, per scappare da un’Italia impoverita. Ora che le situazioni economiche non sono delle migliori, c’è chi se ne va non solo per lavorare, ma anche perché della mentalità locale non ne può più. E’ il caso di V.C., ragazza catanzarese diventata ormai un’irlandese convinta tra l’invidia e la gelosia dei suoi ex compaesani, tanto che ha deciso di farsi intervistare mantenendo l’anonimato. V., raccontaci un po’ di te, chi sei e perché hai deciso di andare a Dublino, in Irlanda?
Innanzitutto grazie per avermi dato la possibilità di dire ciò che penso sulla situazione odierna del nostro paese. Io sono una ragazza di 23 anni e nata in provincia di Catanzaro. Come tanti miei coetanei studio, sono circondata da persone care con cui condividere un percorso di vita, ho le mie passioni e le mie inclinazioni. La mia strada posso dire di averla scelta tanti anni addietro quando, ancora, non conoscevo molti degli aspetti che riguardano il mio mestiere: lavoro come amazzone professionista nella mia scuderia privata, riabilito cavalli in disagio psico-fisico, addestro puledri e coordino la produzione del Cavallo da Sella in Irlanda (il famoso Studbook – o razza – dell’Irish Sport Horse o ISH) e seguo alcuni allievi nel loro percorso di crescita agonistica dal cosiddetto “battesimo della sella” alle prime uscite in Gare Internazionali.
V. è da sempre appassionata di equitazione, e l’Irlanda è diventata la sua nuova casa.
Può sembrare facile ma, prima di raggiungere questa stabilità professionale, ho incontrato molti scogli, alcuni “fisiologici” nella vita di uno sportivo (infortuni, momenti di stop forzati, cambi d’istruttore agli inizi, assenza di cavalli validi dal punto di vista sportivo, ecc), altri indotti dalla cattiva gestione dell’Equitazione Italiana da parte dei diversi enti federali e allevatoriali, altri ancora indotti dai miei stessi colleghi e connazionali. Tutto ciò mi ha spinto a “demolire” ciò che avevo fatto in Italia per ricominciare quasi da zero in Irlanda.
Come mai proprio l’Irlanda? E’ stata una tua scelta o sono state le circostanze a portarti lì? Oppure entrambe le cose?
Diciamo che è sempre stato un mio desiderio trasferirmi all’estero. Certo è che non avrei mai immaginato che la mia Nuova Vita si trovasse proprio in Irlanda. Più volte ho sfiorato il trasferimento: una volta a Verona, poi ad Hannover, poi a Francoforte ed, infine, a Dublino, la mia meta definitiva. La cosa interessante e assurda è che, inizialmente, non ho scelto l’Irlanda per il lavoro che faccio (nonostante sia la terra ideale per la cultura equestre) ma per accontentare un’altra passione (quella per la musica). Appena scesa dal mio primo aereo per Dublino, ho subito capito che non sarei stata in quella città così accogliente e colorata solo di passaggio. La gente, amichevole e disponibile all’inverosimile, i paesaggi variegati, il verde stucchevole e perfetto di Dublino, la pioggia (che amo), il clima fresco ma non rigido come in Gran Bretagna, hanno spinto me e chi mi accompagnava a prendere la fatidica scelta.
La prima volta ci sono stata dieci giorni, poi sei mesi ed, infine, abbiamo preso casa a Dublin 2 nel cuore artistico della città (Temple Bar). Dopo meno di una settimana ricevetti una proposta allettante dalla Federazione Equestre Irlandese: cambiare bandiera, gareggiare nei più importanti circuiti e firmare un contratto con diversi sponsor (in particolare, Horseware – Ireland, leader assoluto nella produzione di coperte per cavalli e attrezzatura per l’equitazione all’avanguardia). Accettai senza battere ciglio e ad agosto 2012 uscii per la prima volta in gara con la giacca verde e il tricolore irlandese, in occasione del ben noto CSIO di Dublino, in sella allo stallone baio Diego De L’Isle. Da giugno 2012 fino a dicembre 2012, io e i miei cavalli siamo stati ospiti presso il magnifico Thornton Park Equestrian Centre (vi invito a visitarlo su internet per saggiare la qualità dei maneggi irlandesi). Intanto investii la quasi totalità del mio budget nel mio progetto, nel mio sogno di sempre: un parco equestre dove alloggiare i miei cavalli e dedicarmi alle mille sfaccettature dell’equitazione, un maneggio che avrei potuto finalmente chiamare Casa. A fine dicembre 2012 la svolta: nonostante le tante cose da sistemare (ancora oggi siamo alle prese con qualche “dettaglio”: un’arena per i Derby di salto ad ostacoli molto in voga nei paesi anglosassoni, uno stadio coperto per le tappe indoor, ecc), trasferii i miei cavalli e il personale al mio nuovo Centro, il Mad Horse – Horse Farm, Breeding Center & Riders Club.
Oggi siamo, a meno di un anno di attività, uno dei centri equestri più frequentati d’Irlanda e, ad agosto, abbiamo ospitato la tappa di Cross Country dello CSIO 2013 di Dublino con un’altissima affluenza di concorrenti, cavalli e semplici visitatori.
Come descriveresti la tua Catanzaro ad un irlandese, e Dublino ad un catanzarese? Prova poi a sostituire il catanzarese con un qualsiasi italiano medio. Quali sono le differenze principali tra questo mondo e quello che ora potremmo definire il tuo?
Catanzaro non ha molto di cui vantarsi e mentirei se raccontassi che è bella solo perché il mare è da sogno (una volta!) e si mangia bene. Penso che Catanzaro, come la Calabria e l’Italia in generale, sia una città con enormi potenzialità. Se Catanzaro fosse stata, esattamente per com’è una città irlandese, sarebbe probabilmente molto ricche visitata da turisti. La posizione è unica: pochi minuti da molti interessanti villaggi montani e dalle più belle località balneari del Mar Ionio (Caminia, Copanello di Stalettì, Roccelletta, Soverato, Giovino). I palazzi e la città hanno esteticamente molto potenziale. Il verde al contorno potrebbe dare tanto. La rovina del nostro paese sono proprio i cittadini: il mare sempre sporco, i villaggi silani disabitati tutto l’anno, i palazzi e le strade sporche, degradate e con una marea di problemi, campagne sconfinate rovinate da cataste di rifiuti abbandonati: ciò che si vede in tutta Italia!
I bei paesaggi irlandesi, molto simili a quelli della terra natia di V.
Il Catanzarese medio – mi duole dirlo – è un cittadino con poche pretese nei confronti di se stesso e di ciò che lo circonda, spesso ignorante e, nonostante tutto, convinto che l’opinione soggettiva sia la risposta giusta a tutto quanto. Tutti vivono con la mentalità del “badare al proprio orticello” male e, spesso, infangando quelli degli altri. Non c’è rispetto della cultura (ad esempio, Scolacium – il Parco Archeologico di Squillace – è inguardabile!), per il lavoro ed il progredire altrui, per l’ambiente, per gli animali (c’è modo e modo di gestire un allevamento, sia esso di cavalli sportivi o da carne: tutti i soggetti dovrebbero vivere al massimo del decoro fino all’ultimo dei loro giorni anche per garantire la qualità di ciò che finisce in tavola. E’ risaputo in tutto il mondo che un animale sofferente produce in modo dannoso) e per la Nazione. Dublino, invece, come tutta l’Irlanda, è una città accogliente, non troppo caotica, piena di gioventù e di occupazione (con stipendi medi più alti che in Italia), con molto benessere (nonostante la crisi economica abbia un po’ infangato l’assoluta ricchezza e forza della Tigre Celtica) e sempre con tanto da offrire.
Ciò che mi piace di più degli irlandesi è l’enorme intraprendenza e voglia di fare e di trasformare tutto in una potenziale fonte di guadagno pulito. Avendolo vissuto in prima persona, vi cito, come esempio, lo CSIO di Dublino. In Italia, nessuna manifestazione equestre (anche di grosso livello come Piazza di Siena a Roma) ha mai portato grossi vantaggi al paese stesso, proprio per la mentalità egoista di chi bada, come al solito, al proprio orto. La federazione pensa alla federazione e i concorrenti ai concorrenti senza nessun vantaggio per Roma e per l’Italia. Lo CSIO di Dublino, invece, mi ha mostrato come sia bella e propositiva la sinergia che può scuotere una città come Dublino: ognuno offriva la propria creatività e capacità. Da un semplice chiosco per i sandwich o per l’Irish Coffee, alle attività commerciali aperte fino in tarda serata, agli spettacoli organizzati proprio in quell’occasione (non solo equestri ma anche rappresentazioni teatrali, concerti, mostre)… tutto ciò ha portato non pochi euro nelle tasche di Dublino (e nostre).
In poche parole, secondo te a Catanzaro come nel resto della Calabria e dell’Italia regna sovrana la cultura del sospetto, dell’egoismo, del cinismo e del pettegolezzo, quella cultura che rende la società stagnante nei suoi difetti, mentre in Irlanda è molto più facile rimboccarsi le maniche e cambiare le cose?
Esattamente e, cosa più importante, in Irlanda ho trovato tanta gente disposta a farlo insieme, a collaborare per una crescita a livello individuale e collettiva. Senza invidie. Semplicemente, ognuno fa quello che sa fare. Se ci si rimbocca le maniche, l’Irlanda può veramente cambiare la vita di un cittadino.
Parli dell’Irlanda come se fosse il Paradiso! Tornando al discorso della tua emigrazione, i tuoi “amici” catanzaresi come l’hanno presa? Se è vero che questo è il paese dei gelosi e dei pettegoli, sicuramente non è stato facile per te, e la tua scelta di rispondere a tutte queste domande rimanendo nell’anonimato si commenta da sola…
Il Paradiso? L’Irlanda è semplicemente una nazione che ancora funziona e tiene duro, ma non è l’unica: la Francia, la Svizzera, la Germania, il Regno Unito e l’Olanda credo siano altre ottime mete! Non tutti sono gelosi e pettegoli, bada bene! Ma la maggior parte è così! I miei amici l’hanno presa con entusiasmo e con molti di loro ho avuto la fortuna di condividere questo passo. Naturalmente, le reazioni di chi è rimasto a Catanzaro sono state contrastanti: da un lato c’è il dispiacere dato dalla lontananza, dall’altro l’affetto che suggerisce quanto sia stata necessaria la mia partenza.
Era impossibile ostinarsi in una città che non solo non mi ha mai offerto nulla ma che, appena ha potuto, mi ha tolto tutto. I nemici – purtroppo alcuni frequentano il mio ambiente – che avevo già prima, invece, non l’hanno presa molto bene e per timore preferisco mantenere l’anonimato e una certa discrezione. Prima di partire, quando ancora il mio trasferimento non era nell’aria, ho perso due maneggi a causa di questa gente (denunce perse nel nero pozzo della giustizia italiana) e ho attraversato lunghi periodi bui. Nessuno ha mai mosso un dito: l’omertà dilagante è una piaga ben nota in Calabria. Di recente, quando ad inizio giugno sono dovuta scendere per impegni universitari in Calabria, ho addirittura subito un atto vandalico all’auto (ridotta da rottamare).
Addirittura un atto vandalico? C’è veramente tutto questo astio nei tuoi confronti?
Il guaio è che, in Calabria, sono troppe le persone a cui non sta bene chi gioca pulito e con le proprie forze, senza cadere nella criminalità e nel clandestino che serpeggia in tutti gli ambienti e, soprattutto, in ambito equestre. Il mio primo maneggio – una piccola attività in provincia di Catanzaro – l’ho perso a causa di minacce molto gravi che mi hanno spinto a lasciare la mia struttura in mano a gente che ha ricevuto dalle mie tasche (dopo aver speso oltre 270.000€!) una struttura sportiva già bella e fatta e che oggi esiste ancora! Naturalmente ho sporto denuncia ma senza mai ricevere nessuna risposta dalle autorità competenti e senza recuperare nemmeno un euro.
Playing It Out, uno dei cavalli di V.
Ovvio che alla seconda volta che succede (in modo leggermente diverso), fuggi dall’Italia mandando a quel paese la voglia di contribuire a cambiare le sorti di un paese fatiscente!
Questo spiega alla perfezione l’anonimato che vuoi mantenere in questa intervista. Come rispondi a chi, sentendoti criticare la Calabria, ti dice che non puoi sputare sul piatto dove hai mangiato per due decenni, che la Calabria è una terra d’Amore e di Sole, che è una terra di grandi valori, che è da vigliacchi andare via anziché lottare? Sicuramente hai avuto a che fare con gente del genere…
Innanzitutto, chi mi pone tali domande sbaglia a pensare che io detesti la Calabria sputandoci sopra non appena posso. Semmai, riservo questo trattamento (purtroppo soltanto metaforico) proprio a gente con la mentalità di chi si permette di giudicare la mia scelta senza magari conoscere una mezza virgola delle cose che faccio qua e che a Catanzaro non potevo nemmeno pensare! Sono contenta per due motivi, però, che esista gente così: in primo luogo che, essendo così amanti della propria gabbia personale e così ciechi nei confronti di tutti i problemi che quella misera e inospitale cella ha, probabilmente passeranno i loro giorni sempre e solo in Calabria senza inquinare altri luoghi, magari convinti di conoscere il mondo solo attraverso qualche viaggetto (magari all’estero per qualcuno, ma per molti semplicemente oltre il Pollino!) e convinti di essere nella condizione di poter giudicare Nazioni con cittadini più capaci e più dediti all’impegno professionale. In secondo luogo, sono contenta perché i cambiamenti socio-economici sbatteranno ben presto la dura realtà dei fatti sulle loro facce. Restassero con i loro “valori” che io io resto con i miei.
Ora, qualche domanda un po’ pratica: con chi vivi a Dublino e dove? Conosci altri calabresi che hanno deciso di emigrare in Irlanda? Com’è la vita giovanile a Dublino? La capitale d’Irlanda è una meta turistica da visitare?
A Dublino condivido un bellissimo e grande attico a Cecilia Street in zona Temple Bar. I miei coinquilini sono il mio fidanzato e i miei due amici di sempre (tutti e tre compagni di vita nella passione per la musica), la moglie e la figlia del bassista ed, infine, una cara amica che abbiamo convinto di recente e che, a breve, ci raggiungerà definitivamente. Altri calabresi residenti a Dublino non ne conosco ma, in compenso, conosco tantissimi altri italiani sia miei coetanei che più grandi. C’è chi gestisce ristoranti, chi lavora in scuole private, chi nelle aziende, ecc.
Dublino è notoriamente una meta giovanile. La città è molto affascinante anche di giorno ma è durante la notte che dà il meglio di se: le strade del centro si riempiono di vita. Specie nel quartiere in cui abito, sono dislocati numerosissimi pub e locali notturni ed è ormai una caratteristica abitudine sentire musica fino alle tre della notte in piena settimana. La gente si presta molto al divertimento di ogni tipo ed è facile trovare persone (ragazzi e ragazze) con cui passare una bella nottata: la mentalità è molto più aperta che in Italia (e paradossalmente i tradimenti sono di meno nelle coppie fisse!), senza pregiudizi offensivi nei confronti di chi preferisce un’avventura ad una relazione seria e impegnata. Insomma, ce ne sta per tutti i gusti. Inoltre, si mangia piuttosto bene (la cucina irlandese è molto saporita) e ci sono anche tantissimi ristoranti etnici (soprattutto giapponesi).
La bella Dublin 2 di notte. Qui siamo a Cecilia Street, proprio dove abita V.
Io consiglio a chi vuole visitare Dublino di starci almeno sette giorni. C’è molto da fare e da vedere anche fuori città. La consiglio soprattutto a chi ama l’arte in ogni sua forma, perché il fermento artistico è altissimo!
All’inizio dell’anno, ricordo bene che la festa di Capodanno presso Lose Yourself sfociò in uno spogliarello improvvisato che coinvolse uomini e donne (molti dei quali con un abbigliamento in stile natalizio molto succinto!) trasformando il locale in una specie di orgia. Se sei single – o comunque alla ricerca di trasgressione – è facilissimo trovare qualcuno (o qualcuna) con cui passare la notte!
Apriamo una piccola parentesi sulla vita sentimentale/sessuale in Irlanda. Hai detto che nonostante la mentalità molto aperta, i tradimenti sono meno frequenti rispetto all’Italia. Come te lo spieghi?
Credo che la risposta si trovi nella libertà di esprimersi del singolo individuo, nella libertà di scegliere se unirsi stabilmente o meno a qualcuno. Penso sia importante vivere una relazione senza le forzature e il peso del pregiudizio altrui, così come ritengo giusto e sacrosanto divertirsi se non si è legati a qualcuno. Quando una storia non funziona più è inutile trascinarla ancora per il solo timore delle opinioni altrui come, invece, si tende a fare in Italia!
Non mai visto nessuno, a Dublino, puntare il dito verso chi vuole passare anche ogni notte con una persona diversa!
Molto interessante! V., ora passiamo ad un altro argomento, quello degli spostamenti. Ritorni spesso a Catanzaro? Quante volte all’anno? Soprattutto, come gestisci gli spostamenti? Purtroppo mancano i voli diretti tra Lamezia Terme e Dublino, e le opzioni full service (Alitalia, Air France e KLM) costringono chi vuole spostarsi tra la Calabria e l’Irlanda a prendere coincidenze multiple per un totale di 6 voli tra andata e ritorno, con costi spesso proibitivi. Tu come fai?
Il solo impegno che, purtroppo, mi spinge a rientrare a Catanzaro è l’università. Mi mancano soltanto due esami e mi dispiacerebbe ritirarmi e vanificare così il tempo e i sacrifici fatti da me e soprattutto dai miei genitori. Scendo, in un anno, più o meno cinque volte. Il viaggio è più faticoso di come sarebbe con un volo diretto, certamente. Ormai, io sono abituata a sfruttare il volo con scalo a Linate direttamente da Dublino con Aer Lingus, ma ci sono anche altre soluzioni con altri aeroporti.
Meno male che a Linate c’è Aer Lingus! Foto di Giorgio Varisco.
Ti viene a costare molto?
Lo trovo abbastanza abbordabile: andata e ritorno sono sulle 260€. Se consideriamo fino a Lamezia Terme, non ho mai pagato più 415€ totali.
Ai nostri lettori piace tanto il pragmatismo, e ora che abbiamo parlato di soldi veniamo al dunque. Prova a fare un paragone tra quello che guadagni in Irlanda e quello che, ipoteticamente, guadagneresti qui in Calabria. Quanto ti conviene, nel senso più stretto del termine, vivere a Dublino?
Beh. L’Irlanda è più cara dell’Italia, ma gli stipendi medi sono nettamente più alti. Inoltre, qua c’è parecchio spazio per il mio lavoro mentre in Italia sarebbe rimasto soltanto un bellissimo hobby senza ricavarci nulla (quel poco che guadagnavo con le lezioni e le trasferte finiva nella pancia dei cavalli sotto forma di fieno e mangimi vari). Qui tantissima gente possiede almeno un cavallo e, naturalmente, per mantenerlo si affidano a centri come il nostro che si occupano del benessere animale a 360 gradi. In Italia, una mia lezione costava 18€, qua ne chiedo tra i 10€ e i 25€ a seconda della tipologia di lezione ma ho moltissimi allievi in più. Inoltre, i terreni costano il giusto e sono molto ampi e umidi, ideali per allevare e gestire cavalli: fieno ed erba medica, ad esempio, li produciamo noi in enormi quantità con raccolta annuale che ci permettono anche di venderli all’esterno. Inoltre, i montepremi delle gare sono molto alti e con forti contributi per chi alleva e possiede Cavalli Irlandesi.
Wow… infine, per concludere in bellezza, vorresti dare un suggerimento a chi, come te, vorrebbe andare via dall’Italia e magari andare proprio in Irlanda?
Per chi viene in Irlanda, consiglio di pianificare molto idee e obiettivi da raggiungere. Vi consiglio senza dubbio di prenotare inizialmente un camera in ostello o in un bed and breakfast (o anche in appartamento e in famiglie alla pari attraverso agenzie come Eazy Dublin). Dopo esservi sistemati, visitate la città in lungo e in largo e imparate a riconoscere le varie zone di Dublino, magari capendo un po’ la gente e gli usi. Ricordate, a tal proposito, che le zone con numero pari (ad esempio, Dublin 2) sono le più esclusive e care (anche come affitto, qualora decideste di rimanere). Createvi naturalmente una scheda SIM irlandese se avete intenzione di cercare casa e lavoro! Le migliori aree residenziali dove trovare casa senza spendere tantissimo sono a sud del fiume Ballsbridge, Rathmines, Blackrock e Sandymount, mentre a nord del fiume ci sono Clontarf, Fairview, Howth e Malahide.
Direttamente da Victoria Quay. Bella vita irlandese!
Non sono molto centrali ma Dublino è servita egregiamente dai mezzi pubblici! Se avete basse possibilità economiche iniziali (se avrete fortuna potrete sempre farlo in futuro e con ambizioni ottime!) evitate il centro, perché gli appartamenti che costano poco sono sempre piccoli. Comunque, per il futuro, le zone centrali sono tutte belle: Phisboro, Terenure, Beaumont e Belfield; Castleknock e Blanchardstown per le università; Mountjoy Square, Temple Bar e Smithfield per chi ama la vita notturna. Per cercare casa potrete servirvi dei vari siti internet oppure dell’Evening Herald, un giornale con molti annunci soprattutto nell’edizione del giovedì. Infine, è utile dare uno sguardo alle bacheche del Trinity College, delle scuole di lingue e dei supermercati. Vi sconsiglio di cercare casa dall’Italia! Se proprio avete difficoltà potrete rivolgervi alla USIT di Dublino a Dublin 2. Naturalmente i datori di lavoro cercano un candidato vincente e con un curriculum ben organizzato e impostato, ovviamente in lingua inglese e sempre aggiornato. Inizialmente siate flessibili e pazienti e soprattutto preoccupatevi di ottenere il PPS (numero di sicurezza sociale rilasciato a Welfare, Local Offices). Per ottenerlo saranno necessari due documenti d’identità validi con foto (patente, passaporto, carta d’identità) e una bolletta o un attestato di residenza scritto dal padrone di casa che vi tiene in affitto o ancora da un direttore d’ostello.
Per un brevissimo periodo è consentito lavorare senza PPS ma con un Emergency Tax del 42% (decisamente non ne vale la pena!). Il PPS è gratuito. Si trova lavoro, mediamente in 3-4 settimane, quindi considerate un breve periodo senza entrate.
Grazie V. per la splendida intervista, buona fortuna e a presto!
Francesco D’Amico
Foto di V., la ragazza intervistata
Foto dell’A320 Aer Lingus di Giorgio Varisco, GolfVictorSpotting.it
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Complimenti per l’articolo, espone chiaramente il problema per meglio dire questo articolo dipinge una realtà attuale soprattutto in Italia. L’ articolo e’ molto utile anche per coloro i quali vorrebbero andare fuori e questo fornisce gli strumenti per un’esperienza all’estero che non potrà che arricchire e permettere di conoscere altre realtà.
Personalmente credo proprio che :
Dublino è una delle città più visitate al mondo. La capitale irlandese, famosa per i suoi straordinari collegamenti, vanta un’elevata qualità della vita e rappresenta una vera e propria calamita per investitori e giovani da tutto il mondo. Questi aspetti dovrebbero essere considerati da ogni imprenditore che ha in mente di espandere i propri rapporti commerciali. Anche i giochi di casinò online e le scommesse sportive negli ultimi anni hanno preso sempre più piede nella capitale irlandese e sempre più persone sono desiderose di vincere alti montepremi e provare nuovi brividi.
oni chiaramente il problema per meglio dire questo articolo dipinge una realtà attuale soprattutto in Italia. L’ articolo e’ molto utile anche per coloro i quali vorrebbero andare fuori e questo fornisce gli strumenti per un’esperienza all’estero che non potrà che arricchire e permettere di conoscere altre realtà.
Dublino è una delle città più visitate al mondo. La capitale irlandese, famosa per i suoi straordinari collegamenti, vanta un’elevata qualità della vita e rappresenta una vera e propria calamita per investitori e giovani da tutto il mondo. Questi aspetti dovrebbero essere considerati da ogni imprenditore che ha in mente di espandere i propri rapporti commerciali. Anche i giochi di casinò online e le scommesse sportive negli ultimi anni hanno preso sempre più piede nella capitale irlandese e sempre più persone sono desiderose di vincere alti montepremi e provare nuovi brividi.
Complimenti a Francesco D’Amico. L’intervista è reale, passionale nei suoi contenuti e molto diretta nelle asserzioni. Ho letto con attenzione per ben tre volte e, in un primo orientamento che non può esser dato che dai fatti, ritengo questa ragazza molto coraggiosa. Non è importante dichiarare i propri “progetti futuri” al prossimo, semmai avere un futuro per poterli realizzare. Questa ragazza lo ha fatto, in una terra diversa, ma lo ha fatto!!!
Sono anche convinto, però, che la verità non sia sempre (e solo) da un lato. Non ho apprezzato, infatti, quel voler definire il “catanzarese”. La ritengo semplicemente una mortificazione della realtà. Ho vissuto in Francia a Lyon, nella nostra capitale e in altre città per motivi di lavoro. Posso dire che il catanzarese può anche avere i difetti citati, ma ha sicuramente tanti pregi importanti.
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