Questo articolo è uscito sul mensile Il Lametino lo scorso 22 giugno 2013 e potete trovarlo anche sul blog GSI (si consiglia sempre la lettura della FAQ). Per motivi di spazio, l’articolo è stato ridimensionato e il testo mostrato in figura non corrisponde a quello originale.
Una pagina Facebook dedicata alle follie del movimento complottista.
“Nell’era dell’informazione l’ignoranza è una scelta” è uno dei miei cavalli di battaglia. Grazie ad internet la conoscenza è accessibile a tutti, e anche se una pagina di Wikipedia non può sostituire il capitolo di un libro, le informazioni più essenziali sono ormai aperte a tutti. Sono scomparsi i giochi televisivi con domande aperte per il pubblico a casa, perché ora tutti possono rispondere ad una domanda con estrema facilità proprio grazie alla rete.
Il banner della pagina Facebook “Protesi di complotto” fa riferimento alle note quanto strampalate teorie sulle scie chimiche.
Come ogni cosa, la rete ha anche i suoi contro. Nell’ultimo decennio, anche e soprattutto a causa degli attentati dell’11 settembre 2001, c’è stato un proliferare senza precedenti di teorie del complotto. Il problema è serio per un motivo semplicissimo. Un tempo c’era la consapevolezza della non conoscenza, ora c’è la convinzione della conoscenza, che rende le baggianate pubblicate su internet delle verità assolute per coloro che sono poco informati. Alcuni politici appartenenti ad un partito che non sarà specificato in questo articolo hanno preso molte di queste teorie sul serio, è la cosa è preoccupante.
I complottardi, chiamiamoli così quelli che vedono complotti ovunque e pensano di conoscere il mondo meglio degli altri, non sono bravi con la logica. Per loro, l’onus probandi (onere della provain latino, noto in inglese come burden of proof) è un concetto poco noto. Quindi, per fare un esempio pratico, non c’è bisogno di dimostrare la natura cospirazionista di un particolare evento, si parte considerando un evento importante come un complotto e si aspettano le prove volte a dimostrare il contrario, alla faccia della logica. Ma come si dimostra che il complotto non c’è? Come si dimostra che lassù non c’è un enorme drago spaziale invisibile che aspetta il momento più opportuno per attaccare la Terra? Come si fa a dimostrare che gli unicorni non esistono? La logica parla chiaro: la posizione di default di fronte ad un’affermazione è di non ritenerla vera o convincente (che non significa ritenerla falsa) fino a prova contraria. Un complotto, anche se apparentemente scontato perché è bello e appagante trovare spiegazioni facili quando succede qualcosa, è tutto da dimostrare, ma questo i nostri cari complottardi (o complottari) non l’hanno capito, o fanno finta di non capirlo.
L’immagine del profilo della pagina Facebook “Protesi di complotto”, tratta dal celebre film “Essi Vivono” di Carpenter (1988).
Sulla pagina Facebook Protesi di complotto, dedicata alle citazioni complottistiche, si trova di tutto. L’amministratore della pagina posta immagini prese dal web che mostrano commenti e affermazioni di complottardi impegnati nel loro lavoro: farsi le cosiddette “seghe mentali”. Scie chimiche, alieni rettiliani che controllano il mondo, vaccini letali, la miracolosa acqua diamante,Nuovo Ordine Mondiale (New World Order o NWO in inglese), microchip sottocutanei per il controllo della popolazione… certa gente è proprio messa male e grazie a Protesi di complotto possiamo farci qualche risata, anche se alcuni commenti sono veramente da manicomio e invitano il lettore a riflettere sul ridimensionamento della democrazia in Italia (non a caso la serie di immagini più gettonata si chiama “Gente con diritto di voto”, che ha superato la soglia delle 100 immagini). Ad alcuni, in particolare ai complottari violenti che minacciano tutti quelli che non sono d’accordo con loro, questa pagina Facebook non piace affatto, tanto che per qualche giorno è stata rimossa da Facebook a causa di ripetute segnalazioni, per poi ritornare più popolare che mai. Curiosità: l’immagine del profilo scelta dall’amministratore viene dal film “Essi Vivono” di John Carpenter, uscito nel 1988, dove un uomo riesce a distinguere gli esseri umani normali da entità aliene grazie ad alcuni occhiali speciali. Insomma, meno male che in quell’oceano di follie che è internet, qualcuno con la testa a posto c’è ancora.
Grazie a Domenico Pasquariello del NWO Italia per questa massima filosofica di Boromir.
Ora aspettiamo i complottardi che accuseranno i GSI di essere alieni rettiliani collusi in collaborazione col Nuovo Ordine Mondiale per il grave reato di aver postato questo articolo e di aver contribuito alla conquista del mondo e alla sottomissione del genere umano in cambio di ingenti somme di denaro. Qualcuno ci salvi.
Francesco D’Amico
Aggiornamento del 28/06/2013.
L’Amministratore della pagina Facebook ha pubblicato il nostro articolo e promette che manderà un Boeing 747 qui a Lamezia per irrorarci. Grazie Protesi! A proposito di FB, votate “Protesi di complotto” come miglior pagina Facebook ai Macchianera Awards, alla faccia dei complottisti.
Aggiornamento del 26/07/2013:
L’articolo è finito anche su scetticamente.it, ringraziamo lo staff del sito per la condivisione. Segnaliamo anche la loro pagina Facebook, iscrivetevi se siete interessati.
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Veramente il complottismo è un rigurgito nazista. Guarda caso i complottisti sono tutti antisemiti, di estrema desta o di estrema sinistra.
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