Il dramma dei viaggi di emergenza

Questo articolo è uscito sul mensile il Lametino (n. 228) il 24 settembre 2016.

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Tariffe aeree, regole contrattuali e policy non sono adeguate a chi viaggia per necessità

Immaginatevi a bordo di un aereo civile, seduti comodamente al vostro posto. Per alcuni di voi la cosa richiederà uno sforzo in più, forse perché non assidui viaggiatori o forse perché non avete mai preso un aereo, mentre per altri sarà un pensiero semplice e immediato. Insieme a voi, lo noterete, ci sono tantissime altre persone: i voli domestici, e più in generale, quelli di medio raggio, movimentano sempre un bel po’ di gente, e in una singola turnazione di un aeromobile, che consiste nei due voli di andata per e ritorno da un determinato scalo, si arriva a trasportare quasi quattrocento persone. Quattrocento, praticamente un piccolo paese nostrano: e perché no, con un altro pizzico di immaginazione potremmo davvero immaginarle, tutte queste persone, come gli abitanti di un paese, divise per età, ruoli sociali e occupazione. Le categorie di viaggiatori, visto il loro numero, saranno molto variegate. Qualcuno, bambini ma non solo, prende l’aereo per la prima volta, mentre qualcun altro viaggia per studio, c’è chi viaggia per lavoro, chi per amore, chi per andare in vacanza… e il tutto funziona specularmente, nel senso che per ogni tratta e destinazione il traffico si ripartisce tra chi sta partendo e chi fa il proprio ritorno a casa, andando ulteriormente a moltiplicare la varietà dei viaggiatori. Angoli diversi del paese che si incontrano, si mescolano, e giustificano (anche e soprattutto in senso commerciale) la movimentazione di aeromobili che pesano oltre settanta tonnellate.

Tra tutti questi passeggeri, tuttavia, ve ne stanno alcuni che sono lungi dal fare un viaggio di piacere. Si tratta di chi, per emergenze familiari, mediche o di altra natura, ha organizzato il viaggio non giorni, non settimane, non mesi prima della partenza del volo, approfittando di tariffe super promozionali, ma qualche ora prima, quasi sicuramente pagando cifre esorbitanti che rendono l’esperienza, già traumatica, ancora più preoccupante e carica di tensione. Sono persone che partono per vedere qualcuno che sta morendo, malati che hanno finalmente avuto la possibilità di curarsi, o persone che vanno ad aiutare loro cari in situazioni del genere. Persone che, al contrario di altre, partono senza sapere se e quando torneranno. Questi viaggiatori vivono dei drammi, e la struttura tariffaria delle compagnie aeree non fa altro che renderli ancora più gravi.

Umanamente parlando, in situazioni “standard”, noi aiuteremmo volentieri qualcuno in difficoltà: spesso basta guardare queste persone negli occhi per capire che le loro esperienze di vita non sono uno scherzo. Se facessimo la fila alle poste o in altri luoghi li faremmo passare prima senza pensarci due volte, ma quali agevolazioni hanno queste persone quando devono prendere un aereo per un’emergenza? I sistemi di vendita dei siti internet delle compagnie aeree applicano tariffe salatissime a chi acquista all’ultimo momento, sia perché si tratta dei pochi posti rimasti disponibili, più costosi degli altri, sia perché spesso si applicano delle vere e proprie penali a chi compra i biglietti a ridosso della partenza. Come se ciò non bastasse, le tariffe più elevate spesso costano ancora di più perché garantiscono maggiore flessibilità: permettono cambi di prenotazione gratuiti e senza penali con validità di un anno, e questo va ad incidere sul loro prezzo. Peccato, però, che chi prenota qualche ora prima della partenza e lo fa per un’emergenza, sicuramente non ha bisogno di suddetta flessibilità, mentre chi prenota con mesi di anticipo per impegni che forse non potrà onorare, paga di meno usufruendo di tariffe non rimborsabili e non modificabili. Se i poveri sventurati comprassero i loro biglietti direttamente in aeroporto anziché online, pagherebbero anche le commissioni extra sull’emissione delle prenotazioni. Vogliamo parlare dei bagagli? Ormai anche le compagnie tradizionali hanno policy sui bagagli “modellabili”, quindi non sempre coi bagagli da stiva inclusi nelle tariffe base, e questo costituisce per chi viaggia per un’emergenza un ulteriore grattacapo. Devo partire col bagaglio da stiva? Al ritorno avrò un bagaglio? Sto via pochi giorni, quindi bastano cose di prima necessità? Tornerò, o sto partendo, con medicinali non idonei per i bagagli a mano? Oddio, ma se vado all’uscita d’imbarco per ultimo mandano il bagaglio a mano in stiva? Dubbi abbastanza insidiosi per chi parte per una vacanza, e nel caso di chi sta vivendo un dramma diventano insostenibili. Ovviamente, così come già avviene per gli stessi biglietti, aggiungere un bagaglio da stiva alla propria prenotazione, all’ultimo momento, ha costi aggiuntivi a causa delle commissioni aeroportuali.

Morale della favola, chi vuole spostarsi da un capo all’altro di questa Italia per un’emergenza, anche volando low cost (a proposito: la differenza tra compagnie low cost e tradizionali o legacy praticamente non esiste quando si prenota all’ultimo momento), può arrivare a pagare la cifra astronomica di 800 euro per un viaggio di andata e ritorno. Il punto della questione è il seguente: perché permettere tutto questo? Perché applicare politiche standard da vacanzieri e businessman a chi vive vere e proprie tragedie? La questione è abbastanza complicata. Spesso, sul web, si trovano articoli e messaggi di protesta scritti da chi, nel bel mezzo della stagione estiva, prenota un volo qualche giorno prima della partenza e si stupisce dei prezzi riportati; ebbene, quelli sono messaggi molto discutibili, perché i prezzi dipendono dalla domanda, dall’offerta, e nei periodi con picchi di traffico è utopico pensare di pagare cifre contenute. E’ anche vero, e va sottolineato, che le tariffe promozionali non esisterebbero senza quelle più elevate, ma qui il concetto è diverso in tutto e per tutto, il nocciolo della questione consiste nel fatto che, moralmente parlando, non è possibile applicare logiche commerciali convenzionali a chi sta viaggiando per problemi veramente seri.

Potrebbero esserci tariffe agevolate e prive di penali aggiuntive, purché ovviamente giustificate da certificati medici o altre forme di documentazione al fine di prevenire gli abusi, per chi si trova in situazioni del genere, e al momento dell’emissione delle prenotazioni, i sistemi informatici potrebbero includere note per equipaggi e personale aeroportuale con descrizioni sommarie delle situazioni in modo da permettere a chi interagisce con queste tipologie di passeggeri di conoscere a priori le stesse situazioni e quindi aiutare i poveri sventurati ad affrontare meglio le emergenze. Negli ultimi anni sono stati fatti tanti progressi nel campo dell’aviazione commerciale in termini di qualità dell’assistenza ai clienti, e forse è giunta l’ora di fare anche questo passo in avanti, anche e solo per una semplice questione di civiltà dato che oggigiorno chi viaggia per emergenze è solitamente spennato e spremuto fino all’osso, non aiutato.

Francesco D’Amico

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