Questo articolo è uscito sul mensile il Lametino (n. 241) il 5 maggio 2018.
Molte innovazioni disponibili da anni potrebbero ridurre i sinistri, ma il progresso va a rilento
Il tema della sicurezza stradale è molto delicato ed è spesso oggetto di convegni e campagne di sensibilizzazione mirati a risolverlo, nei limiti del possibile e facendo uso di tutti gli strumenti in nostro possesso, incluso il web. Sono tante, troppe le persone che in Italia come nel resto del mondo perdono la vita nel semplice atto di spostarsi da un punto a un altro su un mezzo di strada: nella sola Italia, ogni anno l’equivalente in termini di popolazione di un piccolo paese trova la propria morte in incidenti stradali, un dato che ci invita a riflettere e che si apprende con enorme tristezza. Una tragedia continua, un misto di tragiche fatalità e atti intenzionali, un turbamento a quello che dovrebbe essere il normale prosieguo della vita in una comunità moderna ed evoluta che si è già lasciata alle spalle notevoli tassi di mortalità per determinate malattie. In questa sede si parla di sicurezza stradale in senso lato, dato che l’argomento ha le sue complessità interne: oltre a un poco corretto stile di guida e all’utilizzo dei mezzi quando si è sotto l’effetto di alcol e stupefacenti, si assiste anche a incidenti causati da problemi meccanici e dalla mancata messa in sicurezza di tratti di strada oggetto di eventi imprevisti.
Dato che in innumerevoli ambiti il progresso tecnologico ha fatto passi da gigante, c’è chi si chiede come mai nel settore specifico della sicurezza stradale il grosso dei mezzi a tutela dell’incolumità umana e materiale sia praticamente invariato da decenni a questa parte. Le tecnologie satellitari ed elettroniche già a disposizione possono incrementare i margini di sicurezza, eppure le vediamo impiegate un po’ a macchia di leopardo su un numero limitato di mezzi, e con applicazioni altrettanto limitate. Tra gli avvisi di cautela a un maggiore controllo dei limiti di velocità, dai sensori ottici di ostacoli agli avvisi vocali in caso di eventi eccezionali, sono tante le cose che potremmo vedere applicate sui nostri mezzi in modo standard, tutte con ripercussioni positive sulla sicurezza stradale, inclusa quella dei pedoni.
Nei prossimi decenni assisteremo almeno a una parte di questi mutamenti, ma non senza chiari stravolgimenti del sistema di trasporto terrestre così come è concepito oggigiorno. Le implementazioni dell’ultimo periodo stanno già andando a cozzare con questioni assicurative, e la questione dell’attribuzione della responsabilità di un sinistro si complica non poco se la componente elettronica/automatica, con tutte le sue variabili, si inserisce nell’attribuzione dell’errore umano. Si è dunque destinati ad avvicinarsi, almeno concettualmente, al mondo del trasporto aereo, dove la sicurezza è frutto anche della tecnologia e dei continui controlli, e gli incidenti spesso trovano la loro radice in una miriade di fattori concatenanti. Qualche grattacapo burocratico in più è, tuttavia, sempre e comunque preferibile rispetto alla perdita di vite umane.
Francesco D’Amico