Questo articolo è uscito sul mensile il Lametino (n. 239) l’1 marzo 2018.
Quando un romanzo storico racconta la politica fasulla e corrotta del Meridione
Il romanzo storico “Il cuore e il pugnale – Clemenza di Catanzaro e il Meridione Normanno”, edito dalla 13 Lab Edition, illustra il viaggio interiore di uno scrittore sublime tra le lotte astute durante il dominio normanno del sud Italia tra Catanzaro e Palermo. L’autore di questo romanzo che, seppur storico ha svariate tinte di giallo, è il giovane docente di italiano, latino e greco, Massimiliano Lepera.
Al capezzale dei valori il poeta-scrittore, molto conosciuto per le sue preziose opere precedenti, racconta aggrovigliate vicende importanti che sono legate a un particolare periodo storico, quello che va dal 1160 al 1163 d. C., sotto il regno di un Guglielmo I alle prese di un trono esteso e fragile. Inseriti tra retorica e filosofia, lo scrittore catanzarese delinea magistralmente luoghi meravigliosi e personaggi passionali tra intemperie di corte e classici giochi di potere. Non cercando l’approvazione sincera dei buoni, infatti, questo romanzo storico tratteggia personaggi come il giovane Matteo Bonello, un finto suddito capace di mettersi contro il grand’ammiraglio, il Re e addirittura l’intero regno. Del grand’ammiraglio era promesso genero, ma falsamente premuroso, visto che il suo cuore batteva per un’altra donna, la Contessa di Catanzaro Clemenza di Loritello. Si tratta di una figura graziosa e fortemente determinata, pronta ad opporsi al tiranno Guglielmo I detto il Malo. Amante della straordinaria arte della seta grezza catanzarese − seppur una delle più ricche ereditiere della Calabria − si innamora del giovane Bonello, uomo sadico e spesso sarcastico, ma soprattutto astuto nelle sue mosse, con il quale trascorre molto del suo tempo all’interno del magnifico castello. Si, la maestria dell’autore è anche nel descrivere e nel far immaginare la posizione invidiabile di Catanzaro, posta su tre colli. É lo stesso Lepera a definirla città-fortezza, capace di attirare per questo i normanni, nonché luogo nel quale il Guiscardo realizza un eccellente presidio militare.
É quasi impossibile, altresì, definire il piacere o il giovamento che si può trarre dalla lettura di questo libro, capace di immergere il lettore in un’atmosfera storica tra figure come il grand’ammiraglio, il protonotaro e il camerlengo, oltre alle solite figure della dolce contessa o del classico Re. A completare il quadro troviamo, poi, il cospicuo materiale di archivio che è in linea con l’intonazione complessiva del lavoro svolto da Lepera. Tra parole che sono specchio della realtà, infatti, l’autore descrive la violenza sfrenata di un popolo stanco, nella fattispecie raccontando del tiranno ammiraglio preso a calci e pugni in piazza perfino dai ragazzini, dopo essere stato trafitto al cuore dal Bonello rivoluzionario e umano traditore. Così, quando l’aria ha il senso del dolore, Massimiliano Lepera ruba al vento una foglia gialla, che colora di giallo il suo romanzo.
Questo libro illustra uno dei casi più affascinanti della storia del sud Italia, che può essere inserito tra i più complessi d’Europa, e che diventa una forte ispirazione all’origine del successo del romanzo stesso. La complessa personalità dei personaggi inseriti, infatti, non cade mai nel moralismo a buon mercato, che spesso urta nella lettura dei romanzi convenzionali. Lo scopo è quello di coinvolgere il lettore in un’esperienza visiva, a tratti quasi sonora, che lo emozioni e gli faccia provare il gusto della storia nell’intreccio sottile dei suoi personaggi. Palesemente innamorato del proprio lavoro di docente, Massimiliano Lepera realizza qualcosa di costruttivo da consigliare − come lettura del nostro passato − soprattutto ai più giovani, per spiegare con grande destrezza un periodo di rivoluzioni tra intrighi e congiure di qualsiasi tipo.
Antonio Mirko Dimartino
L’ha ribloggato su Mab7's Blog.