L’identikit del pilota di droni in regola

Come distinguere i veri professionisti del settore dagli abusivi?

Quando si tratta di droni è facile cadere nell’errore di non saper distinguere gli operatori in regola dagli abusivi, ossia coloro che posseggono un drone ma non hanno alcuna documentazione che certifichi la loro idoneità a volare e operare in sicurezza. Un professionista, un ente o un’azienda che si affida alle prestazioni dei piloti di droni deve poter confidare sulla professionalità di una figura perfettamente in regola, e per ovvi motivi: un abusivo non dà garanzie qualitative (come facciamo a sapere che è all’altezza dell’incarico?), danneggia l’intero settore della dronistica (se essere abusivi “conviene”, non ha più senso certificarsi) e, cosa ancora più grave, non può rispondere dei danni a persone o cose (un abusivo, nella massima parte dei casi, non ha un’assicurazione). L’abusivo, inoltre, è abile a spacciarsi per operatore in regola, in quanto basta sostenere di avere il “patentino” o il “brevetto” et voilà, ecco conquistata l’attenzione del potenziale cliente ignaro del fatto che queste due cose non esistono, fanno semplicemente parte del linguaggio comune ma non hanno una controparte “burocratica” che le rispecchi.

Il pilota di droni in regola, infatti, non ha una patente ma è in possesso di un attestato aeronautico di Pilota APR riconosciuto da ENAC (l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), assimilabile a quello in possesso dei piloti di aerei o elicotteri, e deve poter fornire al cliente, anche se potenziale, i dettagli del suo attestato in modo da garantire di avere l’idoneità ad operare. Inoltre, il pilota regolare è in possesso di un certificato medico aeronautico di classe “LAPL” in corso di validità, rilasciato e rinnovato da medici che operano specificamente nel campo aeronautico. Il drone in regola con le attuali normative ha un’assicurazione apposita per SAPR, ed è obbligatorio per il suo pilota portare con sé i documenti che lo attestino. Lo stesso drone, prima che ENAV (l’Ente che controlla lo spazio aereo nazionale) implementi un sistema elettronico di tracciamento e gestione del traffico dei droni in volo paragonabile a quello degli altri aeromobili, deve essere riconducibile al proprio pilota con alcune targhe alfanumeriche e codici QR generati dal sito congiunto ENAC-ENAV “D-Flight” tali da renderne facile l’identificazione. Il pilota dronista, così come gli altri piloti, deve avere uno o più logbook conformi alla normativa ENAC, dei documenti con regole di compilazione rigidissime sui quali sono riportati tutti i dettagli dei propri voli, dal primo all’ultimo, andando così a descrivere la “storia operativa” del pilota e/o del drone, una specie di curriculum operativo. Insieme al logbook, il pilota regolare deve avere gli ormai celebri manuali di volo, delle operazioni, manutentivi e l’analisi del rischio, tutti documenti che riguardano l’uso che il pilota decide di fare del proprio drone, come intende occuparsi della manutenzione ordinaria e straordinaria, e di come valuta i rischi relativi a ciascuna operazione condotta.

Detto ciò, non tutti gli operatori del settore sono gli stessi, in quanto si dividono in due gruppi: quelli abilitati a operare solo in aree non critiche, e quelli con abilitazione per aree critiche. La definizione di queste due aree è complessa, ma si può generalmente riassumere in questo modo: l’area non critica è generalmente lontana da aeroporti, edifici sensibili, aree urbane, particolari infrastrutture e grandi assembramenti di persone. In virtù di questa importante distinzione, si può avere a che fare con un operatore perfettamente in regola per determinati contesti, ma non per quello specifico in cui pretende di operare: non si tratterebbe di un vero e proprio abusivo, ma è comunque una figura professionale non idonea e sicura per il lavoro assegnato. I piloti abilitati per aree critiche e i loro droni, inoltre, necessitano di caratteristiche documentazioni e, in alcuni casi, anche strumentazioni aggiuntive, andando ulteriormente a complicare gli scenari possibili quando ci si interfaccia con un pilota SAPR.

Affidarsi a un abusivo può essere molto pericoloso: infrazioni a parte, quali garanzie sulla sicurezza può garantire chi non ha le dovute certificazioni?

Tutti questi requisiti vanno ancora di più a marcare la differenza tra APR, Aeromobile a Pilotaggio Remoto, e SAPR, ossia Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto: il SAPR non è un semplice APR con l’aggiunta del radiocomando, ma costituisce un insieme di mezzi, strumenti e documentazioni essenziali per poter operare in sicurezza e nel rispetto delle norme vigenti. Un pilota abusivo non può avere un SAPR, proprio perché le documentazioni obbligatorie sono parte integrante del sistema che pretende di voler gestire, lasciando i propri clienti ignari del fatto che anche la sola mancanza di assicurazione può comportare penali salatissime a due cifre, oltre che una miriade di altri problemi con la legge. Scegliere un abusivo per una prestazione professionale può dunque essere pericoloso, e la solita scusa del “non lo sapevo”, col tempo, sarà sempre meno accettata, in quanto iniziano a dilagare i corsi di formazione per membri delle forze dell’ordine in tema di SAPR e operatori. In casi particolari e gravi, possono esserci anche i presupposti per l’arresto, segno questo che bisogna prestare la massima attenzione al lavoro aereo gestito dai droni e chi se ne occupa. Questi sono strumenti con un potenziale enorme ancora parzialmente inespresso, ma devono essere impiegati solo da chi è autorizzato: tenete bene a mente queste parole la prossima volta che un abusivo vi dirà di avere il “patentino” da pilota di droni e vi propinerà un servizio sottocosto in barba a tutte le leggi.

Francesco D’Amico*
*Operatore di SAPR certificato

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