Grazie alla tecnologia, qualcosa sta cambiando

Questo articolo è uscito sul mensile il Lametino (n. 233) il 29 aprile 2017.

Coi nuovi mezzi di comunicazione è più facile dire basta alle oppressioni

Le azioni di intimidazione nei confronti delle attività commerciali e dei singoli cittadini sono le stesse da tempo in termini di modus operandi, mentre a cambiare sono i “protagonisti”, i “villani” che le portano avanti: ondate di decine e decine di arresti lasciano vuote intere nicchie che altri malviventi, spesso imparentati coi primi, provano ad occupare “imponendosi” sugli altri in una lotta dai tratti tribali per il predominio della zona. Tuttavia, nonostante il problema sia lungi dall’essere risolto, è importante notare che ci siano dei cambiamenti in atto.

E’ cambiata la mentalità? Il processo di ammodernamento è in corso ma non ha un’incisività tale da giustificare i cambiamenti riscontrati negli ultimi tempi; a marcare le differenze col passato potrebbero essere le nuove tecnologie, che rendono più facile “dire basta” agli oppressori. Pensiamoci un attimo: un tempo, avere notizie relative a questi vili atti, salvo casi veramente eclatanti e particolari, dipendeva dall’efficienza degli organi di informazione standard e dalle loro tempistiche, altrettanto standard. In alcuni casi, solo chi prestava la massima attenzione agli organi di comunicazione veniva a conoscenza di alcuni atti di stampo criminale, mentre quasi tutto il resto della popolazione ne rimaneva all’oscuro. Ora è diverso: se si sente un boato, se succede qualcosa a qualcuno, canali come i social network e i programmi di messaggistica istantanea forniscono riscontri immediati di ciò che accade. Basta chiedere informazioni, mandare un messaggio ad amici e parenti, e nel giro di pochi secondi si riceve una risposta. “Sì, è successo”, “pare sia successo qualcosa”, “un attimo che chiedo”… parte così un valzer di messaggi da un capo all’altro della città, della regione e del paese che fino a qualche anno fa era impensabile.

Immediato ed efficace è anche l’impatto visivo che si riesce a ottenere grazie a questi nuovi mezzi di comunicazione: ora più che mai nella storia della razza umana è possibile mandare foto e video in tempi ristrettissimi e di qualità apprezzabile. E’ possibile veramente vedere cosa è successo, toccarlo con mano, averne un’idea concreta e non astratta. Se una vittima ha un messaggio per la comunità, ora riesce con facilità a trasmetterlo ai cittadini, ai quali basta qualche click per diffonderlo. Parallelamente a tutto questo, migliorano anche gli strumenti in mano a chi porta avanti le indagini, ergo aumentano le chance di trovare i malviventi e arrestarli. Escono fuori i nomi di chi ha commesso gli atti, anche questi diffusi in modo che tutti li conoscano. Che dire, qualcosa sta veramente cambiando, e forse dovremmo iniziare ad apprezzare di più le tecnologie che abbiamo, senza temere di continuo che gli scenari distopici del libro 1984 di George Orwell, al secolo Eric Arthur Blair, diventino realtà.

Francesco D’Amico

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