Romani, è ora di menare le mani!

Questo articolo è uscito sul blog GSI lo scorso 20 agosto 2013. Per maggiori informazioni circa la presenza dell’articolo su entrambi i siti, si consiglia la lettura della FAQ.

Antonio Plescia, amministratore della pagina Facebook “Apostrofare Catilina in senato facendogli sapere che ha rotto il cazzo“, si racconta.

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Ecco a voi il celebre Mons Rushmoris!

Ciao Antonio! Iniziamo con una tua breve biografia?

Nacqui 27 anni fa in un posto non troppo distante dal Lupercale (e di ciò me ne bullo senza motivo alcuno a ogni pie’ sospinto). Non so dire bene perché abbia iniziato ad interessarmi al mondo antico, ricordo solo che da bambino nutrivo il folle progetto di compilare un’enciclopedia di personaggi storici romani, probabilmente folgorato dalle storie di omaccioni che rotolavano in botti random o menavano mani su ponti a destra e a manca soli contro tutti come Rambo. Dopodiché, studi classici al liceo e all’università.

Come ti è venuta l’idea di creare la tua pagina Facebook? Come mai hai scelto proprio quel titolo?

Era il periodo (2010) in cui andava di moda creare pagine che si sostanziavano semplicemente di un titolo sympa a proposito di fatti e personaggi storici, e il mondo romano offriva parecchi spunti. Fu così che nacquero “Catone che caga il cazzo a tutti invocando la distruzione di Cartagine“, “Ovidio che invita a trombare come disperati vincendo una vacanza in Romania“, “L’inestricabile groviglio genealogico della dinastia giulio-claudia” e altre. Apostrofare per qualche motivo ebbe più successo, e così divenne un contenitore di materiale.

Contenitore di che genere di materiale?

Mi riferivo alle immagini e ai link che pubblico giornalmente.

Quindi, in tre anni, il tuo stile non è mai cambiato?

Ho iniziato col pubblicare in forma molto sporadica, perlopiù pensieri che un po’ tutti abbiamo sempre covato e che non abbiamo mai avuto il coraggio di esprimere. Plinio il Vecchio che stava sempre in mezzo ai coglioni, per dire. Ma la miccia che ha innescato la catena demenziale su base regolare è stato un Ferragosto particolarmente annoiato.

Cos’è successo quel fatidico giorno?

Sono salito sul carrozzone delle frasi improbabili attribuiti a personaggi famosi, ma in chiave musicale, ad es. Seneca feat. Donatella Rettore con Dammi una lametta che mi taglio le vene,Catullo feat. Marco Masini con Bella stronza, ecc. In seguito la pagina ha acquistato anche un qual certo fine divulgativo ma lo spirito cazzone è rimasto sempre invariato.

Insomma, lo stesso stile che ancora oggi caratterizza le tue mitiche immagini su Facebook e attira più di 30.000 fan! Ora una domanda un po’ più personale: ti consideri un latinista o un esperto di storia classica? O entrambe le cose?

Non sono un latinista nel senso di uno studioso di lingua e letteratura, né arriverei a definirmi un esperto. Un banale ‘appassionato’ è un titolo più appropriato.

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Il mondo degli antichi romani, tra cultura e guerre…

Da appassionato, cosa pensi della scomparsa progressiva del Latino dalle nostre scuole? Sta per sparire dallo Scientifico (cosa che non accetto, ho fatto lo Scientifico e ho scelto un corso di laurea focalizzato sulle Scienze, eppure ho trovato il Latino utilissimo), ogni anno le iscrizioni alClassico e ai CdL umanistici sembrano calare sempre di più… a quanto pare, si avvicinano tempi bui per quella che un tempo era una delle materie più rispettate. Secondo te è giusto? Nel tuo piccolo, con la tua pagina, pensi di trasmettere la passione per gli studi classici a chi ancora nella vita non ha scelto un percorso di studi?

A voler essere freddi e obiettivi, il latino allo scientifico per come viene attualmente impartito non so quanta utilità possa avere. Onestamente io lo metterei tra le materie a scelta, oppure proverei ad integrarlo in qualche modo evidenziandone l’aspetto ‘scientifico’ (è opinione comune che la grammatica latina serva anche a sviluppare un modo di pensare logico). Le iscrizioni in declino sono una naturale conseguenza dei tempi. Il dato in sé provoca amarezza, ma mi piace anche pensare che gli studenti stiano diventando più realisti, considerato l’enorme dislivello tra domanda e offerta nel settore umanistico. Ho più di un dubbio che là fuori esistano persone che siano state influenzate dalla pagina nella scelta del proprio percorso di vita, ma ogni tanto si affaccia qualcuno che esprime una certa gratitudine, vuoi perché l’esame di storia romana diventa più piacevole, vuoi perché riaffiora la passione per il mondo classico, vuoi perché trovano un posto dove sfogarla in tutta libertà, vuoi perché non hanno mai avuto modo di studiarlo e ora hanno un’occasione abbordabile per avvicinarvisi.

Secondo te le cose sono destinate a cambiare? In passato ci sono stati periodi in cui alcuni indirizzi erano molto gettonati e dopo un decennio hanno guadagnato la fama di “sforna-disoccupati”. Al momento assistiamo ad un boom di iscrizioni a facoltà come Ingegneria e uno spaventoso calo nel settore umanistico: auspichi un’inversione dei ruoli tra un decennio circa? Se così non fosse, cosa proporresti per salvare lo studio del Latino dall’oblio?

Mi sembra tutto un po’ fisiologico, e viste le esigenze della società penso sia una tendenza destinata a durare, ma non ne farei un dramma. Non penso che stiamo rotolando giù per un burrone, più che una crisi mi sembra un assestamento verso livelli più equilibrati. Io più che del numero di studenti mi preoccuperei della qualità della didattica, qualora iniziasse a scemare.

La qualità didattica non è già andata a farsi benedire? So che alcuni studenti di una o due generazioni prima della nostra arrivavano all’ultimo anno di liceo traducendo le versioni latine limitando al minimo necessario l’uso del vocabolario, e certe volte ne facevano addirittura a meno.

Mi riferivo all’ambito universitario; quello liceale penso sia troppo vasto da valutare e non andrei oltre la mia esperienza personale.

Secondo te le due cose sono correlate? Oppure appartengono a due mondi lontani l’uno dall’altro?

Sono mondi separati nella misura in cui appartengono a due livelli diversi. Nepotismi a parte l’ambiente universitario presuppone comunque un’eccellenza di fondo. In proporzione (ma di nuovo, parlo per mera esperienza personale) penso si trovino molti più casi umani nel corpo docenti di un liceo che di una facoltà, e nel settore antichista il mondo accademico italiano non ha nulla da invidiare a nessuno. Come saranno le nuove leve di ricambio è un altro paio di maniche.

Detto questo, cosa diresti ad un liceale che vorrebbe studiare lettere classiche all’università, nonostante il fuoco incrociato che arriva da amici, media e società sulle scarse probabilità di trovare lavoro?

Non vorrei scadere nel banale e fare il motivatore non è il mio forte, ma, come per un po’ tutti i cdl di Lettere, non lo consiglierei a nessuno che non avesse una passione davvero totalizzante per la materia, il mero ‘mi piace’ il più delle volte foraggia illusioni.

Caso opposto: come risponderesti a chi, invece, definisce il latino e il greco antico due lingue “morte” e considera il loro studio “inutile”, bollando come “sognatori” tutti quelli che vogliono studiare lingue e letteratura classica?

Suppongo abbiano una visione piuttosto gretta e grigia della vita, non voglio tirar fuori il solito pippone sull’attualità del mondo classico ma valutare tutto in chiave esclusivamente utilitaria è abbastanza tristerello. Ciò che per l’animo umano è stato grande merita riverenza, senza per questo arrivare all’estremo di quei classicisti invasati pronti a farsi saltare in aria se trovano un genitivo fuori posto.

Conosci qualche appassionato di lingue e/o storia classiche (scoraggiato e non) che nella vita ce l’ha fatta? Analogamente, conosci gente che ha avuto sempre un atteggiamento snob nei confronti di queste materie, e poi si è dovuta ricredere? Ovviamente senza fare nomi…

Penso che la casistica con cui ho a che fare sia un po’ comune a tutti quelli della mia età, ma non dipingerei il quadro con tinte così fosche. Quanto al secondo quesito non mi viene in mente nessuno, è parecchio difficile cambiare idea su un tema del genere perché (come sproloquiavo prima) attiene più in generale al proprio modo di essere.

Facciamo ora un volo pindarico, anche perché quando si parla di giovani, lavoro e prospettive per il futuro l’oscurità cala e i lettori vanno in depressione (scusateci, brava gente). Antonio, qual è il tuo personaggio storico preferito? Una mezza idea probabilmente ce l’abbiamo tutti, ma aspettiamo impazientemente la conferma ufficiale. Se possibile, giustifica la tua scelta, e se proprio vuoi, magari mostraci un’immagine in esclusiva per questa intervista dedicato proprio al tuo idolo!

Spero che la mezza idea non sia Cicerone, perché la sua opprimente onnipresenza sulla pagina viene da alcuni scambiata per venerazione. Ho sempre avuto un debole per Cesare, incarna alla perfezione la figura del genio universale eppoi diciamocelo era un figo, il precursore ideale diFonzie, solo con meno brillantina. Dovessi riassumerlo in un’immagine penso sempre al sorriso di quello che forse è il suo ritratto più famoso, traduce tutta la sovrumana sicurezza che aveva di sé.

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Dies Solis, Dies Lunae… Dies Fausti!

Cesare? Scoop! Vogliamo approfittarne per sfatare qualche mito su Giulio Cesare?

Non penso ci siano miti da sfatare, piuttosto esistono tentativi un po’ naif di demolirlo, il “mito”. Quando sento parlare di genocidio gallico mi viene da sorridere, significa guardare la storia antica con gli occhi di una crocerossina.

E della sua presunta omosessualità che ci dici?

All’epoca era considerata motivo di sfottò, oggi non dovrebbe interessare più di tanto. Al limite comunque era bisex, visto che di groupie ne aveva più d’una.

E di Cicerone cosa pensi? A prima vista sembri un suo fan accanito…

In realtà, l’unico motivo per cui Cicerone mi può risultare simpatico è dato dal suo difetto più evidente, la vanagloria spinta a livelli talmente parossistici da assumere toni auto-caricaturali. Gli ammiratori ne sottolineano le doti politiche e letterarie e tendono a giustificarne gli aspetti negativi (sostanzialmente l’essere un gran paraculo) dicendo che contribuiscono a rendercelo più umano, ma a me sembra una soluzione di comodo. Si dice lo stesso di Seneca e non è che fosse esattamente un modello di vita.

A questo punto ti chiederei un parere secco su un leader controverso come Caligola, chiedendoti anche se, secondo te, lo studio della mitologia greco-romana è necessario per cogliere al meglio le varie caratteristiche peculiari di tutti i grandi personaggi classici…

Io Caligola me lo tengo matto fracico così com’è, sono stufo di questo revisionismo fighetto che tende a riabilitare tutti i personaggi più improbabili tanto per dire qualcosa di nuovo. Non tutti gli aneddoti riportati da Svetonio sono veritieri, ma negarli in blocco è ridicolo e d’altro canto ne basterebbe anche uno solo per stabilire che Caligola non ci stava tanto con la capoccia. Non ho granché da dire sulla mitologia, nel mondo romano in genere veniva strumentalizzata per fini politici e di conseguenza non mi ha mai interessato più di tanto.

Secondo te, quindi, le scappatelle di Giove (di dubbia moralità) avevano un ruolo marginale nella cultura romana?

Penso che rientrassero nella piena normalità di un pantheon molto umanizzato e che nessuno ci facesse caso più di tanto.

In chiave moderna, come consideri queste scappatelle?

Non so come vadano considerate, appartengono alla mitologia e tuttalpiù bisognerebbe chiedersi il significato per gli antichi.

Stavo per chiederti cosa pensi di un certo ex premier italiano e delle sue scappatelle, ma credo che sia più opportuno finirla qui. Salutiamo Antonio, admin della pagina “Apostrofare Catilina in senato facendogli sapere che ha rotto il cazzo“. Appuntamento su Facebook!

Francesco D’Amico

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