Racconto di un viaggio in America alla scoperta della città che diede i natali a Kerouac
Quest’avventura di stampo letterario nasce come servizio per il Premio Internazionale di Poesia dedicato all’americano Jack Kerouac, nato a Lowell, nel Massachusetts. La cittadina permette ai suoi visitatori di capire meglio questo scrittore; questo mi ha portato a replicare l’esperienza dell’anno precedente, il viaggio a Charleville-Mézières, la città di Arthur Rimbaud.
Anche questo viaggio letterario, come quello che l’ha preceduto, inizia dall’aeroporto di Lamezia Terme. Per qualche strano motivo ecco che le prime foto sono uscite un po’ sfocate.
Imbarco molto ma molto fluido.
Redneck… no, redhead. Ulisse cambia, non noto particolari miglioramenti.. ecco, per gli interessati, una copia del nuovo Ulisse.
AZ1154 da Reggio Calabria con a bordo due persone che incontrerò poco dopo.
The fog of war is gone. Scherzi a parte, risolvo il problema, e le foto a seguire saranno più fluide.
Come anticipato, lo sbarco avviene tramite cobus.
Agli arrivi del T1 mi tocca aspettare lo sbarco della 1154, anch’esso ovviamente tramite cobus (per i voli dal Sud Italia il finger è utopia). Con le due persone appena incontrate condivido una piccola parte del viaggio, dato che andremo insieme al satellite G.
L’affollato molo B del clash operativo mattutino. In fondo in fondo, a destra e al piano inferiore, troveremo i gate adibiti ai collegamenti col satellite G e i gate H.
I collegamenti col satellite G sono operati da normali cobus dove i passeggeri, assembrati come sardine, devono sopportare un viaggio di diversi minuti in condizioni non proprio comodissime.
Bene, al cobus in stile scatoletta di sardine si somma la chiusura per lavori della lounge Giotto, della quale ero al corrente.
Alcuni addetti Alitalia distribuiscono voucher per i passeggeri della Giotto. Con questi voucher, si ha diritto ad un pasto presso il “Ciao Restaurant” localizzato lì vicino.
Io ovviamente integro il pasto del voucher con un buon pacchetto di M&Ms. Alla fine, tutti e tre optiamo per semplici caffè, cornetti e panini, nulla di particolare.
Imbarco per Boston in corso. Saluto le due persone precedentemente incontrate e dirette ad Abu Dhabi, e mi imbarco.
Ma… ma… oggi è il 5 marzo! Scherzi a parte, dato che era da un po’ che non provavo la Premium Economy (mi ero per così dire “abbonato” alla Business), tutto sommato non ho di che lamentarmi.
Un bel Boeing 777 di Emirates alla nostra sinistra.
Iniziamo la fase di taxi.
Chi conosce il 330 non può ignorare la chicca della telecamera frontale.
Piccola panoramica della cabina Premium.
Ci siamo quasi, siamo al raccordo con la pista di decollo.
Il decollo di un grande aeromobile è caratteristico, lontano anni luce da quello degli aerei che operano le rotte brevi.
Alla mia sinistra diventa sempre più piccolo e panoramico il paesaggio laziale.
Il sistema di intrattenimento di bordo dà preziose indicazioni sulla rotta e sulla relativa tempistica.
Gli assistenti di volo distribuiscono un raccoglitore di piccole somme di denaro da destinare all’Unicef,
Si parte col servizio di ristoro: mentre il cellulare è collegato tramite USB, gli assistenti di volo iniziano a servire i passeggeri.
Il pranzo è sostanzioso, e la cosa ci può stare vista la durata del volo. Volare da Roma a Boston non è molto diverso dal volare da Roma a New York.
Dolce e caffè: ottima combinazione.
Approfitto della durata del volo per guardare il secondo episodio della serie Maze Runner. Che dire, così come altre serie ambientate in mondi distopici, anche questa a mio avviso va un po’ scemando col tempo. Per me, la serie distopica ideale è quella che si limita ad un singolo film o libro, e che magari ha una trama senza una fine vera e propria. Ecco, questo per me è l’unico modo per non rovinarla.
Prima ho scritto che ho avuto un piccolo e delizioso regalo. Beh, eccolo qui, pronto per essere fagocitato!
Finestrini chiusi, è giunto il tempo di occuparmi del rituale Sudoku. Risolto non in tempo di record, lo ammetto.
Il volo procede tranquillamente. Il nostro aereo è praticamente al centro dell’Atlantico in questo momento.
Il Nord America si fa più vicino. Sorvoleremo alcune coste canadesi prima di arrivare a Boston.
Questo schema riassuntivo segnala che la destinazione è ormai prossima.
Un altro pasto prima della discesa finale, ben accetto aggiungerei.
Scendendo, direzione baia di Boston, il freddo oceano si rivela.
Siore e siori, le coste del Massachusetts.
Nell’ultima fase dell’avvicinamento, una virata a destra, e poi la sequenza di atterraggio.
Stando a sinistra si ha la possibilità di ammirare la città di Boston mentre l’aereo si avvicina sempre di più all’aeroporto Logan.