Cari amici, vi racconto la ricerca dei dinosauri in Montana

Alessandro Carpana, giovane paleontologo molto noto alle associazioni di settore italiane, racconta la sua esperienza

Alessandro, innanzitutto grazie per la tua disponibilità. Raccontati un po’ a chi non ti conosce, e racconta qualcosa su di te che chi ti conosce già probabilmente non sa.

Credo di non essere difficile da decifrare: ho alcune passioni più ingombranti (come l’amore per i dinosauri e il cinema) e da tanti anni ho la fortuna di potermici dedicare in ambito lavorativo.

Alessandro e Jack.

Ho studiato Geologia, ho fatto divulgazione, ho scavato dinosauri, scrivo per un sito di cinema, organizzo eventi d’intrattenimento… diciamo che se qualcosa mi piace cerco di trasformarlo in un lavoro! E questo è davvero il nocciolo: sono, da sempre, guidato dall’amore per ciò che faccio. Non riesco a fare altrimenti. La Paleontologia è sempre stata quasi tutta la mia vita e, come scrissi in un tema alle elementari, “so che se vorrò fare il paleontologo servirà tanta passione, perché si sa che i paleontologi sono tutti morti di fame”. Ecco, per certi versi credo di non essere cambiato molto negli ultimi 25 anni!

I paleontologi, così come i paleontofili, si sono avvicinati a questo mondo scientifico unico grazie a uno stimolo, grazie a uno spunto. Qual è stato il tuo, c’è un aneddoto in particolare che vorresti raccontare sul come è nata la tua passione per la Paleontologia, poi tramutata in studio?

Da quando avevo due anni in casa mia c’era un’enciclopedia per ragazzi: “I Quindici”. Passavo ore e ore con mio nonno che mi leggeva pazientemente il volume sei(“Gli Animali Preistorici”) mentre io guardavo incantato le immagini di quelle creature meravigliose. Non so quanti anni avessi, ma il mio ricordo più antico è di lui che mi spiega come il lungo collo di un Brachiosaurus, immerso in un lago, gli permettesse di tenere la testa fuori dall’acqua.

Non può mancare un riferimento alla tua esperienza in Montana. Come sei arrivato lì, e come hai vissuto quei momenti? Aspettiamo impazienti la tua descrizione, accompagnata da almeno due foto rappresentative!

Ah, il Montana! Tuttora lo considero il posto più bello del mondo. La natura è mozzafiato, lo spettacolo dei paesaggi infiniti che si rincorrono attraversando lo Stato è indescrivibile. Camminare nelle badlands, così accoglienti e così ostili allo stesso tempo, è un’esperienza mistica. Fin da piccolo volevo andare dove fu scoperto il primo T. rex: Jack Horner era il mio mito e, in era pre-social, gli scrissi una mail dicendo di voler scavare con lui. Non pensavo avrebbe dato peso a uno smielato studentello parmigiano di Geologia, invece l’anno successivo lavoravo su siti di Tyrannosaurus e Triceratops e, un paio di anni dopo, avrei diretto interi gruppi di scavo per il Museum Of The Rockies. Come scrissi in quella prima mail: l’oceano non è così grande quando uno sa sognare. Ve l’ho detto: uno smielato studentello!

Come hai scoperto Jurassic Park Italia, il forum di fan di JP ora presente sui social con un’apposita pagina in omaggio alla serie?

Nei primi 2000 frequentavo il forum di un sito di cinema: all’epoca erano ritrovi popolari su internet. Sante (fondatore di JPItalia) mi scrisse chiedendo se mi piacesse JP e se volessi far parte di un suo forum a tema.

Il nuovo calendario di JP Italia.

Quand’ero in Montana mandavo foto dagli scavi per il forum e raccoglievo domande degli utenti da fare a Jack sul campo. Era, ed è ancora, un bellissimo punto d’incontro. Il resto è storia: quasi vent’anni dopo, proprio stamattina, ho sentito Sante per organizzare l’ennesimo evento insieme…

Ogni persona che si approccia a questo mondo da un punto di vista accademico, matura una propria opinione personale sull’immaginario collettivo. Quale pensi che sia il ruolo della Paleontologia nella società, è considerata per quello che è o c’è ancora molto da fare affinché possa assumere il ruolo che merita?

Penso che la Paleontologia sia destinata a essere “imbastardita” nella cultura popolare, ma non è necessariamente un male.

Qualsiasi cosa stimoli la curiosità in un bambino credo debba essere ben accetta. Sono molto più tollerante con le opere di fantasia, perché nascono per intrattenere e, per la loro popolarità, danno occasione di parlare a un pubblico ampio di ciò che va e non va anche in esse, facendo divulgazione. Non tollero invece quando accade l’opposto: ci sono fin troppi documentari che non hanno il minimo valore didattico. Quello è il vero male da combattere. Come disse un collega americano sulle polemiche dei dinosauri non piumati di Jurassic World: perché arrabbiarsi per un film, pur con dinosauri squamati e obsoleti, che incassa più di un miliardo di dollari, se so che porterà nel mio museo migliaia di bambini curiosi a cui potrò spiegare com’era davvero un dinosauro?

Al momento, di cosa ti occupi? Segui il mondo paleontologico così come prima o ti sei dedicato principalmente ad altro?

Ora la Paleontologia è tornata a essere una pura passione. Dopo aver lavorato per anni nell’ambiente era ora di voltare pagina e dedicarsi ad altro. Alla lunga un lavoro (e il logorarsi di certi rapporti umani) può inquinare una passione. Io non potrei mai permetterlo, così prima che accadesse mi sono costruito un lavoro diverso, mantenendo viva la scintilla “preistorica”.

Parlaci un po’ di Bigger Boat, l’associazione culturale da poco nata, che non riguarda strettamente l’argomento ma che merita una menzione in questa intervista.

Dopo aver – professionalmente – chiuso con i dinosauri ho dato sfogo all’altro mio grande amore: il cinema. Ho iniziato a collaborare con un gruppo affiatatissimo di persone straordinarie che danno vita al sito http://www.cineavatar.it e con alcuni di loro ho di recente fondato Bigger Boat (Lo Squalo è pur sempre il mio film preferito insieme a Jurassic Park!), un’associazione che si occupa di eventi legati al cinema e allo spettacolo. Abbiamo collaborato (insieme a JPItalia) con Universal realizzando eventi per il lancio dell’ultimo Jurassic World e abbiamo molto altro in cantiere, anche a tema… “jurassico”.

Grazie Alessandro, è stato un piacere immenso!

Grazie a voi!

Francesco D’Amico

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2 risposte a Cari amici, vi racconto la ricerca dei dinosauri in Montana

  1. Marika Silvestro ha detto:

    Che bella scienza la paleontologia, fortuna che ci sono persone come Lei che la valorizzano ancora! Complimenti per il blog!

    • Alessandro C. ha detto:

      Verissimo: una scienza affascinante.
      Piena di sacrifici, ma il più delle volte ne vale davvero la pena. Anche perché se si percorre questa strada è perché lo si desidera.
      C’e qualcosa di magico nel trovarsi davanti un sasso che solo un sasso non è…

      Ringrazio ancora l’autore per la bella intervista!

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